12 Febbraio 2025
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Mercato chiuso, giochi fatti. Ecco come Stroppa può modellare il Foggia Calcio

[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]C[/dropcap]on la disputa di Foggia-Fidelis Andria è iniziato ufficialmente il nuovo campionato dei satanelli. Fino a poche settimane fa l’allenatore rossonero era Roberto De Zerbi e la filosofia di gioco da seguire era quella del tiki-taka, il lento e ragionato possesso palla, senza se e senza ma.

Il ribaltone di Ferragosto ha invece catapultato Giovanni Stroppa sulla panchina del Foggia e l’allenatore lodigiano dovrà ora fronteggiare delle sfide complesse che possono fare la differenza fra trionfo e fallimento per una squadra che parte con un unico obiettivo, il primo posto, l’unico che garantisce la promozione diretta in cadetteria.

La prima sfida: dare più solidità al reparto difensivo. Nell’ultima stagione il Foggia di De Zerbi ha subito 31 gol in 34 partite, con ben 4 squadre che ne hanno subiti meno (Benevento, Lecce, Cosenza e Andria). La situazione è anche peggiore in casa: 13 gol subiti in 17 partite, come Casertana e Catanzaro e più di Benevento, Cosenza, Lecce, Matera e Andria. Le manchevolezze nella retroguardia rossonera erano legate soprattutto all’eccessivo sbilanciamento dei rossoneri, con i terzini Angelo e Di Chiara che a volte salivano contemporaneamente lasciando soli i 2 difensori centrali. Situazione pericolosissima soprattutto nelle ripartenze avversarie, quando spesso il lancio in fascia creava dei contropiedi letali (due esempi eclatanti sono le partite interne contro Monopoli e Paganese). I difensori centrali più utilizzati, inoltre, erano essenzialmente bravi col pallone fra i piedi ma sicuramente non corazzieri: Gigliotti (1,84cm), Loiacono (1,82cm) e Coletti (1,77cm). La società ha provato ad ovviare alla carenza di peso e centimetri con l’ingaggio di Empereur (1,86cm) e Martinelli (1,85cm). Giovanni Stroppa dovrà dunque registrare e ri-organizzare la difesa con l’obiettivo primario di ridurre drasticamente il numero di gol passivi.

La seconda sfida del nuovo mister, invece, riguarda la fase offensiva e in particolare la necessità di velocizzare il gioco con rapide verticalizzazioni. Se il 4-3-3 di De Zerbi – di ispirazione “guardioliana” – prevedeva tanto possesso palla per sfiancare gli avversari, raggiungendo al contempo anche l’obiettivo di limitarli offensivamente, l’identico modulo, applicato da un allenatore di impostazione “zemaniana” come Stroppa, dovrebbe portare a una serie continua di attacchi, con occasioni create a ripetizione. L’allenatore dei satanelli ricorrerà ancora agli attaccanti esterni che giocano sulla fascia opposta al proprio piede preferito (i destri a sinistra e viceversa) per favorire gli accentramenti e le sovrapposizioni? O, come ipotizzabile, cercherà di schierare sulle fasce delle vere e proprie ali in grado sia di crossare che di finalizzare o magari delle seconde punte con istinto del gol?
Finora il Foggia ha seguito la prima impostazione e i movimenti ad accentrarsi per rientrare sul piede preferito sono diventati un marchio di fabbrica dei rossoneri (Cavallaro prima e Sarno poi, per fare due nomi, sono diventati quasi degli “specialisti” in questo ambito). Se Stroppa seguirà invece il secondo approccio il più grande rebus potrebbe diventare Vincenzo Sarno. Nato trequartista, il ragazzo di Secondigliano dovrebbe trasformarsi in un’ala sinistra con l’istinto del centravanti (un calciatore alla Beppe Signori, per intenderci). Difficile. E allora? Un’ipotesi affascinante vedrebbe Stroppa abbandonare il 4-3-3 per passare al 4-3-1-2 o al 4-2-3-1, con Sarno ad agire proprio sulla trequarti. Non si tratterebbe di una soluzione inedita per mister Stroppa che a Pescara, nell’unica occasione in cui ha allenato in serie A, ha spesso utilizzato moduli che prevedevano la presenza di trequartisti in campo (in particolare il colombiano Quintero).

Il 4-2-3-1 consentirebbe di utilizzare i migliori uomini a disposizione nella loro posizione naturale, con la possibilità di schierare Mazzeo sia largo a sinistra che come centravanti
Il 4-2-3-1 consentirebbe di utilizzare i migliori uomini a disposizione nella loro posizione naturale, con la possibilità di schierare Mazzeo sia largo a sinistra che come centravanti

L’ipotesi più probabile, specialmente nel breve termine, rimane però quella di disporre l’undici in maniera “asimmetrica”, schierando al fianco del centravanti un’ala che giochi sul suo piede preferito (Chiricò a sinistra) e un attaccante esterno che si accentri (Sarno a destra). Questa soluzione renderebbe decisamente più frequenti le sovrapposizioni da destra (compiute da Angelo) rispetto a quelle da sinistra (opera di Rubin), come peraltro visto già contro la Fidelis. A questo punto però è lecito domandarsi che continuità riuscirà a garantire Angelo, a 35 anni, in un campionato di 38 partite e senza riserve di ruolo. Avrebbe fatto decisamente comodo dotarsi di maggiore profondità sul lato destro del campo.

Nel 4-3-3 asimmetrico Sarno si accentra continuamente favorendo il sopraggiungere di Angelo. Chiricò, dalla fascia opposta, è libero sia di puntare la porta che di sfruttare la fascia per i cross verso Mazzeo (o Padovan)
Nel 4-3-3 asimmetrico Sarno si accentra continuamente favorendo il sopraggiungere di Angelo. Chiricò, dalla fascia opposta, è libero sia di puntare la porta che di sfruttare la fascia per i cross verso Mazzeo (o Padovan)

L’innesto di Mazzeo apre nuovi scenari e offre nuove possibilità a Stroppa, che potrebbe schierare l’ex-Benevento sia come centravanti che come attaccante esterno sinistro (in alternativa a Chiricò nel 4-3-3).

Infine il centrocampo, probabilmente il reparto più completo del Foggia. Dotato di incontristi (Coletti e Sicurella), registi (Quinto e Agazzi) e tuttocampisti, cioè calciatori in grado di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo (Vacca, Gerbo e Agnelli). E con un calciatore speciale, diverso dagli altri e che, nel modulo di Stroppa, potrebbe avere la sua grande possibilità: Martì Riverola. Nel 4-3-3 di De Zerbi, pur con la sua classe, lo spagnolo era un incompiuto: troppo carente nelle fasi di non possesso per giocare nella mediana, troppo poco attaccante per occupare un posto nel tridente, diveniva però fondamentale a partita in corso per rompere gli equilibri e cambiare il corso del match, trasformando spesso il 4-3-3 in 4-2-3-1. Oggi, con la richiesta di maggiori verticalizzazioni da parte di Stroppa, potrebbe essere l’unico in possesso di quella visione di gioco necessaria per garantire attacchi continui e lanciare i compagni negli spazi. La sfida di Riverola è, in fondo, quella del Foggia stesso. Riusciranno il centrocampista catalano e i satanelli a scacciare le paure del passato e compiere il passo decisivo verso il successo?

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