[dropcap color=”#” bgcolor=”#” sradius=”0″]Q[/dropcap]uando il mio amico Guido gli riservò la “buona parola” estiva, fu buono davvero. Direi, insolitamente buono, vista l’iconografia delle sue abitudini. Divenne pure profetico. “Segnerà 20 gol”, vaticinò con assoluta certezza. Si riferiva ad Alessio Viola da Oppido Mamertino.
Calabrese dallo sguardo sveglio e dalla rapidità di uno scugnizzo. Sarebbe dovuto essere lui, nell’immaginario di tutti gli innamorati del Foggia, il nuovo craque per la B. Del resto, nel linguaggio dei fiori, la Viola si regala proprio agli innamorati. Nel nostro caso, ai tifosi rossoneri che nel bomberino di Coppa vedevano l’erede naturale di Re Pietro. Credevano in lui molto più di quanto non sperassero in un mercato che proponeva soluzioni suggestive ma impraticabili.
Era luglio, Guido non era ancora abbronzato e le “dezerbine” si coccolavano sui social il loro condottiero bresciano, fieramente diretto verso il ritiro di Rivisondoli. La tempesta era lontana, mentre si avvicinava il giorno 31, esordio stagionale contro il Pontedera. Il sottoscritto aveva rinunciato a partire in anticipo per le ferie proprio per essere allo Zaccheria. Con un unico obiettivo: vedere Alessio Viola, prodigio mancino con il Milan nel cuore e Kaká come idolo.

La storia è nota: RDZ lo relega in panchina inizialmente, ma nel 2° tempo si affida a lui, talismano di Coppa, per spazzare via l’accampamento degli… Indiani. Due reti e pratica risolta. La “9” sarà sua! O almeno è quello che si pensava. Poi è arrivato agosto, l’ottovolante è atterrato in Capitanata e alle 21:30 del 31, ultimo giorno di mercato, ecco la doccia fredda: Alessio Viola passa al Taranto. Una questione di soldi? Forse. Ma certo, il ragazzo che arriverà domenica allo Zaccheria sarà carico a mille.
Nell’ultimo incontro con la Fidelis è entrato nella ripresa ed ha timbrato il 2° rigore consecutivo dopo quello di Caserta. Chissà se Papagni lo ha risparmiato per averlo al 100% contro il Foggia, club a cui vorrà dimostrare che i problemi fisici del passato torneo (ah quanto sarebbe servito con il Pisa!) sono solo un brutto ricordo. Il primo di “quei due” a cui il Foggia dovrà stare “attento” è quindi lui, Alessio Viola.
Che dividerà i gradi da ex con Mauro Bollino, trequartista tascabile transitato anch’esso dalle parti dello Zaccheria. Pochi sprazzi, la panchina come amica e qualche assist dispensato qua e là. L’anno scorso era alla Fidelis e segnò un solo gol in campionato, proprio ai satanelli che lo avevano lasciato andare a gennaio. Il palermitano è in gran forma: già due reti (la prima capolavoro a Cosenza) e 8 in pagella contro l’Andria, confronto nel quale è stato schierato interno a sinistra in un 3-5-2 così composto:
Viola e Bollino: due pericoli per Guarna, due avversari da studiare con l’aiuto di Nicola Di Bitonto, preparatore dei portieri rossoneri, tra i pali del Taranto in un derby di C1 nel 2003/04 nel quale il Foggia si impose 2-1. Tre anni più tardi a Taranto approdò invece il centrale Fabio Prosperi, oggi coach della Juniores campione nazionale, che fu protagonista – in negativo per i suoi con un’espulsione – nell’ultimo successo dei satanelli allo Zaccheria contro i “cugini” pugliesi (2-0 nel torneo 2008/09).

Prosperi è il vice di mister Papagni, il secondo fattore rischio per la formazione di Stroppa. E sì perché “Aldino”, come lo chiamavano i tifosi del Bisceglie – compagine della sua città natale – quando da calciatore cercava di portare i colori neroazzurro-stellati nei professionisti, conosce Taranto e il Taranto come pochi altri (è al 3° passaggio nei rossoblù che portò in C1 nel 2006). E come pochi altri sa organizzare la difesa, il punto di forza degli ionici.
Se infatti a centrocampo e attacco la quadratura del cerchio è ancora da trovare, la retroguardia ha già una sua identità precisa con Maurantonio tra i pali, Altobello, Stendardo (era nella Fidelis che subì appena 21 gol nella Lega Pro passata) e il capitano Pambianchi (alla 3ª stagione in rossoblù) a formare una linea a tre arcigna e di spessore.
Pressing asfissiante e cattiveria agonistica: queste le armi che il tecnico tarantino, profondo conoscitore del Sud – dove ha praticamente sempre allenato – e della categoria, metterà in campo per fermare il Foggia. Che parte favorito ma che dovrà sudare perché Aldino – soprattutto in trasferta – ne sa una più del diavolo. Speriamo non una più del… satanello!