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10 Luglio 2025
Serie B

Iscrizione Lega Pro, tra regole e tifosi

Le scadenze per l’iscrizione al campionato 2016-17 della Prima Divisione Unica di Lega Pro guidata dal presidente Gabriele Gravina sono arrivate al capolinea. Nel giro di pochi giorni si conosceranno (finalmente) i nomi dei club ammessi e di quelli bocciati (“Lega Pro, iscrizione a tutti i costi?“).

Si arriverà in questo modo a una definizione del format, fissato a 60 secondo le norme federali vigenti, ma destinato a subire una drastica riduzione per effetto della riforma dei campionati professionistici che il presidente della Fgc Carlo Tavecchio dovrebbe licenziare entro il mese di agosto (“Lega Pro 2016-17, il format si sgonfia?“).

Quante società riusciranno a passare attraverso le (troppo larghe?) maglie della procedura di rilascio delle Licenze Nazionali, negli anni scorsi solo formalmente ingabbiata dentro regole più elastiche che ferree?

Ma cosa sono e a cosa servono le regole? Secondo il vocabolario della lingua italiana Sabatini Colletti le regole si possono definire come un “ordine costante, ripetutamente verificato, di una serie di eventi” ovvero come “modalità convenzionalmente stabilita secondo la quale si svolge un’attività”.

Le regole sono dunque obblighi o divieti che ci dicono qual è il modo corretto di comportarci. Ci vietano alcune cose, ma ce ne permettono altre. Ci rendono rispettosi degli altri e sostanzialmente liberi.

Quando si parla di calcio le regole, per le società iscritte a un campionato, dovrebbero fungere da garanti istituzionali dell’etica del gioco, delle pari opportunità, del principio di lealtà sportiva.

Quando le regole non sono rispettate, i primi a essere traditi sono i tifosi. Che finiscono nel tritacarne delle illusioni a basso prezzo, in balia di personaggi spesso discutibili che approfittano in modo crudele del loro essere Peter Pan a vita.

Per questo e molto altro il rispetto delle regole tutela soprattutto i tifosi, architrave di un sistema che senza di loro verrebbe giù come un castello di carte. Continuare a prenderli in giro, semplicemente eludendole ovvero non applicandole in modo rigoroso, non significa amare il gioco del calcio ma lasciarlo affogare dentro un business precario da quattro soldi.

Sergio Mutolo – www.calciopress.net

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