Dal successo contro il Gallipoli del 2006 a quello contro il Melfi, il Foggia ritorna in vetta dopo dieci lunghi anni di attesa grazie alla sconfitta della Casertana a Matera
[dropcap color=”#888″ type=”square”]I[/dropcap]l Foggia Calcio è la nuova capolista del campionato di Lega Pro girone C. La sconfitta della Casertana al Franco Salerno di Matera (2-1 il finale) ha ufficializzato il sorpasso, iniziato ieri pomeriggio a Melfi. Per i rossoneri si tratta di un piccolo grande traguardo. L’ultima volta che la vetta si è colorata di rossonero era il 22 ottobre del 2006, ben dieci anni fa, allorquando la formazione allenata da Cuoghi si impose in casa contro il Gallipoli. Vetta conquistata la settimana prima ad Ancona (gol di Salgado nel finale) e persa la settimana successiva nell’anticipo contro il Perugia (1-1).
Dal Gallipoli al Melfi, in mezzo dieci anni di delusioni, incertezze e grandi imprese. La mente corre ai play off persi contro Avellino, Cremonese e Benevento, ai tre gol annullati al Foggia di Zeman nella partita decisiva per la promozione della Nocerina. La triste ripartenza dalla Serie D e la rapida risalita nel professionismo. Nessuno da quel pomeriggio di fine ottobre del 2006 era riuscito a guardare tutti dall’altro. Cuoghi, D’Adderio, Campilongo, Galderisi, Novelli, lo stesso Zeman, nessuno. Neanche l’ottimo Padalino nella complessa risalita dal dilettantismo.
Ci è riuscito il Foggia di Roberto De Zerbi, al termine di un lungo e faticosissimo inseguimento. Quantificare l’impresa è cosa semplice. A metà novembre i rossoneri erano terzi e accusavano otto punti di ritardo dalla Casertana. In due mesi e mezzo Agnelli e soci hanno rosicchiato nove punti, riuscendo a mettersi una lunghezza davanti agli avversari.
Tuttavia il primo posto è solo un obiettivo parziale. Il gruppo delle squadre in lotta per il primato è folto ed agguerrito al punto da non concedere spazio a cali di attenzione. In tre punti sono racchiuse cinque squadre: Foggia, Casertana, Benevento, Lecce e Cosenza. Allora la vetta dev’essere un incentivo a non abbassare la guardia e puntare con ancor più decisione al risultato finale. Ma con una certezza in più. Da oggi in poi il Foggia è artefice del proprio destino.