DI GIUSEPPE BALDASSARRE – Stavolta non è colpa di De Zerbi. Stavolta ha mandato in campo la formazione giusta ed ha messo in opera gli esatti miglioramenti dopo un primo tempo da non far guardare ai bambini. L’unico appunto che possiamo fargli è l’ostinazione con la quale manda Sarno sul dischetto. Basta! Non è per lui! Neanche in allenamento deve tirarli più perchè, così facendo, illude ancora una volta compagni ed allenatore! Ci sono Gigliotti, Coletti, Agnelli. Ma perchè dobbiamo sbagliare quei pochi rigori che ci danno a favore? E’ un peccato e la carestia dei rigori a favore ha una sola causa. Non siamo antipatici agli arbitri. E’ che semplicemente entriamo poco in area di rigore. Passandoci il pallone una continuazione nella nostra metà campo, al massimo ci fischiano delle punizioni a favore. La Paganese per questa stagione si è confermata la bestia nera del FOGGIA. Ad una delle migliori difese d’Europa, gli azzurrostellati hanno segnato il 36,36% di tutte le reti subite: ben 4 su 11. Inutile piangere sul latte versato. Quattro punti e primato in classifica buttato alle ortiche, lo sanno dire tutti.
La considerazione, la riflessione da fare è un’altra. L’anno scorso il FOGGIA sognava i play off. Ebbene in 38 giornate c’è stato dentro solo una volta! Sì, anche il Como c’è stato dentro solo una volta ma all’ultima giornata. Quest’anno il FOGGIA vorrebbe arrivare primo ma nelle 18 giornate sulle 34 sin qui disputate non è MAI stato primo in classifica, se non in quelle 50 ore, che solo gli sprovveduti possono prendere in considerazione. Pertanto, guardiamoci allo specchio e chiediamoci: lo meritiamo quel primo posto? Può meritare il primato chi prende un punto su sei contro Paganese e perde in casa con Monopoli? Certo, rimontando, tutto può succedere a cominciare dalla rimonta in media inglese, alquanto infelice per il FOGGIA, con 9 gare su 16 da disputare lontano dallo Zaccheria diventato, nel frattempo, terra di conquista per le squadrette. Al momento il doppio passo falso non è costato il secondo posto e lo svantaggio dalla capolista è rimasto inalterato ma, nella media inglese che non conosce punti di penalizzazione, le cose non sono andate così. Meglio non calcolarla, meglio non guardarla per non demoralizzarci.
E’ impellente la necessità di vincere il campionato per non ritrovarci a combattere con Catania e Salernitana l’anno venturo. Purtroppo è sempre un FOGGIA fiammifero. Con la Juve Stabia si accese alla rete subita e si spense alla rete annullata a Iemmello. Con la Paganese è stato un cerino, una volta raggiunto il pareggio, c’è stato il nulla. Chiricò ha realizzato finalmente una bella rete. Dovrebbe essere il 517° marcatore della storia del FOGGIA. Iemmello, come la settimana scorsa, ha messo a segno una rete difficile, sbagliando quella facile. Premesso che se il FOGGIA avesse vinto, nessuno si sarebbe ricordato della facile occasione sciupata, il RE ha fatto l’unica cosa che non doveva fare: tirare addosso al sedicenne portiere avversario. Intanto, diciamo che doveva tirare lui, perchè quando è partito sul filo del fuori gioco era il più avanzato di tutti e che, correndo palla al piede, non poteva perdere decimi di secondo per guardare l’eventuale compagno smarcato col difensore alle calcagna che, per giunta, correva senza dover governare la sfera, Sua Maestà avrebbe dovuto solo considerare la posizione del portiere e decidere di tirare forte mirando ad uno dei quattro angoli e a Rieti lo ha fatto, oppure optare per il pallonetto, fermo restando che la cosa più semplice da fare per chi ne è capace è quella di decentrarsi appena appena, fingere il tiro, mettere a sedere il portiere e segnare comodamente. Purtroppo non è andata bene ed è inutile criticare più di tanto il capocannoniere del campionato, addiritura terzo in Italia dopo Higuain e Scappini. Al momento è al 25° posto da solo nella classifica marcatori di sempre del FOGGIA a quota 27.
Ora si va a Catanzaro, dove il RE nacque ma Iemmello allo Zaccheria ha già segnato due volte senza esultare mentre al Ceravolo, lo scorso anno, assistette alla disfatta come spettatore non pagante. Per De Zerbi è il momento delle scelte importanti. Attacco e difesa più o meno funzionano. Il problema è a centrocampo: si corre poco, si copre poco, non si segna mai. Or dunque, intoccabili non esistono e De Zerbi, oltre agli onori, deve assumersi gli oneri. Va bene, è solo al secondo anno di professionismo ma, se in attacco qualcuno può sempre togliere le castagne dal fuoco e se dare un’organizzazione alla difesa è un compito alla portata di quasi tutti gli allenatori di serie C, allestire un centrocampo degno di questo nome ed assortirlo bene non è semplice. Pertanto, caro De Zerbi, “qui si parrà la tua nobilitate”.