Oltre a Gabriele Gravina e a Paolo Marcheschi, nella rosa dei candidati alla presidenza della Lega Pro figura anche Raffaele Pagnozzi. Classe 1948, già segretario generale del CONI, è stato intervistato da TuttoLegaPro.com per un commento a questa sua candidatura, che ha trovato approvazione da parte di qualcuno, ma sarà il 22 dicembre, giorno delle votazioni, che si capirà chi avrà vinto. Ecco che cosa ha detto Pagnozzi:
“Quando mi è stato proposto di candidarmi alla presidenza, non è stato per candidarmi contro qualcuno o contro uno schieramento. La Lega Pro attraversava un periodo di alta litigiosità e aveva bisogno di un recupero di armonia e di pace interna per poter fare qualcosa di utile. Visto e considerato ciò che ho fatto nella mia vita, occorreva un candidato di garanzia e io ero disponibile. Se diventerò presidente, mi adopererò in questa direzione, penso che il candidato può anche essere solo di qualcuno, ma il presidente deve essere il presidente di tutti”.
Che cosa ha realmente intenzione di fare per la Lega Pro?
“Ho elaborato un programma: tenendo conto del fatto che chi sarà eletto avrà bisogno di un anno per lavorare, penso che sostanzialmente al di là di tutti i discorsi che si fanno c’è bisogno di raggiungere tre obiettivi. Il primo è quello della riforma organizzativa e amministrativa interna più efficiente, che sia un’azienda di servizio per tutte le società della Lega Pro. Il secondo è la ricostruzione di un’immagine della Lega verso l’esterno, affinché sia in linea con le potenzialità e con i valori della Lega stessa: solo ricreando un’immagine rassicurante nei confronti di tutti si possono raggiungere gli obiettivi, perché molti di quelli che abbiamo di fronte si possono risolvere attraverso la collaborazione all’interno di un mondo più vasto, e in questo senso è necessario ricreare rapporti alla pari con il CONI, la Federazione e le altre Leghe, a cominciare dal mondo della scuola. Altro obiettivo che abbiamo è la creazione di un brand valido e la difesa del marchio, la ricerca di uno sponsor per il campionato, e tutto questo non può prescindere da un’immagine che permetta alla Lega Pro di entrare in tutti i salotti importanti. La sintesi è quella, e da ciò derivano tutte le azioni che devono mettere le società di Lega Pro in condizione di operare con una disponibilità di mezzi che al momento forse non c’è”.
Quali sono i problemi della Lega Pro oggi?
“I problemi è inutile che li elenchi io, sono talmente forti che hanno determinato la situazione attuale: se non ci fossero stati scompensi così evidenti, non saremmo arrivati a quello che siamo arrivati. C’è una situazione particolare perché c’è un calo costante di appeal della Lega Pro, c’è un crescente numero di società che non riescono a iscriversi, quindi c’è una sempre maggiore volatilità dell’organico della Lega, e se c’è litigiosità viene fuori una perdita di coesione del sistema. Se i presidenti della Lega Pro mi accorderanno fiducia, tutti i cambiamenti di format vanno attuati attraverso le NOIF della Federazione, non da oggi a domani. Va tutto deciso con le maggioranze che sono previste, e non si può pensare di incidere sui format senza trovare soluzioni ai problemi di carattere finanziario. In dodici mesi si possono porre le basi, ma non prescindere dall’aspetto economico-finanziario”.
Sa che Lotito e Tavecchio hanno considerato valide le sue idee?
“Non sono io a poter dire questo: se fossi stato il candidato di qualcuno in particolare, avrei immediatamente accettato le proposte che mi sono state fatte, ma io fatto verifiche ai vari livelli e ho trovato che anche da altri presidenti c’è stato apprezzamento per la mia candidatura. A prescindere da chi me ne ha parlato la prima volta, io ho cercato anche di capire se ai massimi livelli istituzionali dello sport italiano ci fosse una pregiudiziale negativa, e ho visto che non c’era nessuna pregiudiziale negativa”.
fonte: tuttolegapro