DI GIUSEPPE BALDASSARRE – Non è facile combattere in guerra dovendo misurarsi su due fronti. Il FOGGIA, invece, in quattro giorni ha vinto due importantissime battaglie su due fronti: Campionato e Coppa, prima ad Agrigento poi col Benevento pur schierando una formazione largamente rimaneggiata. Auteri ha fatto la medesima cosa e quindi si è combattuto secondo la convenzione di Ginevra, con il nucleare conservato per fine gennaio.
Incredibilmente ed in modo assurdo la vittoria di Girgenti non è stata gradita da tutti. Qualche benpensante ha storto il muso perchè, con i tre punti, non è arrivata contemporaneamente la grande prestazione. Purtroppo i manicomi sono chiusi da parecchio quindi è lecito impazzire liberamente disprezzando la Grazia di Dio. Persino De Zerbi, a giusta ragione, si è un po’ stufato dell’incoerenza di qualcuno. Urge fare chiarezza e noi ora la faremo una volta e per sempre. Il risultato del campo vale quanto il Giudizio Universale, sviste o, peggio ancora, decisioni arbitrali in malafede a parte. Il FOGGIA ad Agrigento non ha subito reti e ne ha realizzata una, regolarissima all’86°. Non esistono solo Scuffia e Pisseri che parano una volta in 34 gare, esiste anche Narciso che para bene in più di una gara, allergia al Benevento a parte e che in classifica è secondo con la sua squadra, altro che Catanzaro e Monopoli. Certo le difficoltà in Trinacria c’erano: campo stretto, gibboso, avversario reduce da una interminabile serie di sconfitte ma il FOGGIA ha vinto segnando quasi allo stesso minuto in cui nel gennaio 1974 segnò Chinaglia con la Lazio a FOGGIA. Uno scudetto si vince anche così, figuriamoci una Lega Pro. Di contro nella gara persa col Monopoli, checché se ne dica, il FOGGIA ha strameritato di perdere, in quanto ha aperto due voragini letali in difesa ed ha sbagliato due rigori. Resteranno per sempre colpe gravissime ed il risultato sarà sempre legittimo. Inoltre, se il FOGGIA ha segnato a 4 minuti prima dal termine, vuol dire che la vittoria l’ha cercata fino alla fine, credendoci e mandando ben 6 o 7 maglie rossonere nell’area di rigore avversaria.
Sarno ha realizzato la rete numero 17 col FOGGIA raggiungendo Bozzi, Lazzotti, Orlando e Sbardellini. Agnelli con le sue 127 presenze ha raggiunto al 42° posto Antonio Bettoni tra gli alfieri del FOGGIA mentre Gigliotti, con le sue 77 presenze, ha raggiunto Salgado al terzo posto della graduatoria degli stranieri rossoneri. Non era facile all’Esseneto dove il FOGGIA è entrato da quinto in classifica ed è stato costretto a vincere per tornare secondo. In questa fase del campionato, più che pensare alla Casertana, il FOGGIA deve blindare la piazza d’onore che, al momento, non è affatto in cassaforte ma è conservata in uno di quei templi greci dell’antica Akragas, privi di porte. Ogni volta sarà una battaglia.
Col Cosenza mancheranno Agnelli e Gerbo. Riverola sta aumentando di personalità, Coletti rientrerà mentre potrebbe toccare ad Agostinone completare il trio di centrocampo, l’altra alternativa è Sicurella. Il Cosenza ha una difesa fortissima, il FOGGIA deve scardinarla assolutamente ma deve attaccare con giudizio, specie sulle fasce, gli esterni bassi, ovvero i terzini come si dovrebbero appellare, non devono scendere mai in contemporanea ma in fase alterna, poi è chiaro che si inizia dallo 0-0 risultato buono per i silani ma non per il FOGGIA.
Intanto, in Coppa Italia Lega Pro il FOGGIA è nei quarti, vale a dire tra le prime 8 su 54 squadre. Se ai sedicesimi ci hanno portato quelli dell’anno scorso col settimo posto, agli ottavi ed ai quarti ci ha portato Alessio Viola, il Re di Coppe, in attesa del ritorno alla rete del Re di bastoni Pietro Iemmello. L’ex reggino ha segnato 5 reti in due gare, neanche fosse Higuain. Ora è già al terzo posto nella classifica marcatori di Coppa Lega Pro ex aequo con Mounard. Anche Lodesani ha dato il suo contributo validissimo, persino Bollino, che non sa segnare, ha giocato bene ed anche i giovani del vivaio si sono mossi bene. Una bella soddisfazione, speriamo di non sciupare tutto.