Con 23 consensi nell’urna, il vice presidente del Melfi, Francesco Maglione, è risultato il consigliere più votato nel nuovo Direttivo della Lega Pro che sarà guidato dal neo presidente Gabriele Gravina. Una bella soddisfazione per il dirigente normanno, da sempre in prima linea nel fronte dei “riformatori”. Dopo oltre un anno di battaglia e sforzi profusi al fianco di Gravina, quali sono le sue sensazioni più immediate? “La soddisfazione principale è che l’elezione di Gravina alla presidenza della “nostra” Lega Pro, è pari al grande senso di responsabilità che ci attende e all’impegno che verrà profuso tutti insieme per riavviare un rinnovamento profondo di programmi e di progetti, oltre che di idee che hanno avuto bisogno di nuovi interpreti”. Con la vostra elezione, quali sono gli obiettivi e le finalità che vi prefiggete? “Il primo obiettivo sarà quello di superare le conflittualità e le lacerazioni dell’ultimo anno per poterci ricondurre a quell’unità di intenti necessaria per tutti. Perché solo una consapevole compartecipazione di tutte le società potrà permetterci di affrontare il difficile cammino che ci attende al fine di ripartire dopo un anno di stallo e di crisi”. Come intende realizzare questo primo obiettivo? “Dobbiamo ridare slancio ad una Lega Pro che abbia energie e voglia innanzitutto di valorizzare lo spirito di appartenenza ad essa che ha contraddistinto la gloriosa serie C degli anni ’90 con la presidenza Abete. Ciò deve costituire un punto di partenza e di riferimento intanto per quanto riguarda l’orgoglio, da parte di tutte le nostre società, di rappresentare la Lega Pro che, nel contempo, deve essere fucina di progetti e di proposte che fecero di quella serie C un vero e proprio laboratorio sperimentale per l’intero sistema calcio. Da quel mondo, negli anni successivi, attinsero idee anche campionati di categoria superiore con i 3 punti a vittoria, l’introduzione dei play-off e dei play-out e la valorizzazione degli under in A e in B”. Come spiega questo plebiscito per Gravina, alla vigilia tutt’altro che scontato? “Vi è stata l’illustrazione certosina e dettagliata, in molteplici incontri e riunioni con tutte le società, di un corposo e ambizioso programma di ben 142 pagine che ha convinto i presidenti. Ma, a mio avviso, il vero segreto della netta vittoria di Gravina è stato quello di aver dimostrato in passato di saper, e poter fare ciò che oggi si vuole perseguire. Gravina era il più credibile ed affidabile fra i tre candidati. Le criticità da lui già evidenziate con la candidatura del 2012, purtroppo si sono realizzate in questi anni. Ecco perché la capacità di una rivoluzione organizzativa, come ci siamo riproposti di fare, non si improvvisa dall’oggi al domani. La scelta fatta da ben 31 presidenti è stata, sì, per interesse…ma non certo quello personale, bensì quello generale della sopravvivenza. Direi che è stata quasi una scelta di convenienza”. Come consigliere quale compito la attende? “Abbiamo il dovere di essere responsabili ed artefici di un vero cambiamento. Ma non per noi, bensì per chi ci ha eletto e delegato. E, se il cospicuo numero di voti raccolti è stato per me motivo di enorme soddisfazione, parimenti mi rende ancora più consapevole che, da questo momento, può iniziare, col contributo di tutti, un importante percorso di cambiamento”.
fonte: tuttomercatoweb