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6 Ottobre 2024
Blog Cuore Rossonero

De Zerbi ha dimostrato di essere intoccabile, ora spetta ai calciatori…

Nessuno tocchi Roberto De Zerbi o, se preferite, De Zerbi non si tocca. Non perchè abbia un triennale, non perchè è il demiurgo del progetto FOGGIA, non perchè grazie a lui si è composta e coagulata (a FOGGIA si dice s’è quàgghiate) la nuova società forte e robusta, non perchè ora è al 17° posto nella storia delle panchine del FOGGIA ex aequo con Maldini con 43 gare da allenatore composte da 19 vittorie, 15 pareggi e 9 sconfitte, 67 reti fatte, 41 subite, differenza +26, 71 punti validi per una media di 1,65 a partita che sale a 1,67 con i 72 punti presi sul campo. No, nulla di tutto questo! Nessuno tocchi Roberto De Zerbi perchè non ha nessuna colpa grave sulla coscienza.

Come Sarri a Napoli, così De Zerbi a FOGGIA ha capito dopo poche gare che doveva adattare alle caratteristiche degli uomini a disposizione il proprio giuoco. Ha posto rimedio: fuori gli spagnoli e Coletti schierato mediano e, per due giornate, ha tenuto la media inglese a zero. Vogliamo sollevarlo dall’incarico per questo? In fondo in una partita sola il FOGGIA si è comportato malissimo, in quella di Pagani. Col Catanzaro è stato sfortunato ma mercoledì anche il grande Catania ha avuto il suo Catanzaro col Cosenza al Cibali. A Benevento ha perso come può succedere, poi ha battuto il Melfi ed è uscito imbattuto dal difficile campo di Matera. Cosa pretendono i benpensanti? Il Matera è stato costretto dopo la figuraccia rimediata col FOGGIA a cacciare l’ex calciatore Dionigi. Dopo aver raccolto solo digiuno in trasferta coi deboli e coi forti, almeno il FOGGIA ha mangiato un panino, sì, è vero, per una mezz’ora ha visto passare invitanti pietanze da sesto posto in classifica davanti a sè ma che colpa ha De Zerbi se Viola ripercorre le gesta di Tiboni, Dall’Acqua, Oliveira o, se preferite, Golin? Che colpa ha De Zerbi se Sainz-Maza a Pagani non l’ha messa dentro da posizione favorevolissima o se Scuffia ha parato di tutto di più? L’unica colpa grave che ha il FOGGIA di Matera inteso come calciatori in campo è stata quella di fallire tutte le ripartenze nella mezz’ora di vantaggio. Il disco era sempre quello: si chiudono e ci chiudono gli spazi. A Matera gli spazi sul vantaggio c’erano eccome, invece neppure Floriano ha concretizzato qualcosa di buono.

Ora c’è il Lecce. Diciamolo subito, non è già decisiva ma guai a perdere in casa. Un pareggio può essere pure accettato a cose fatte ma non certo gradito prima della gara. Si vis pacem para bellum dicevano i Romani che dominavano il mondo. Se vuoi batterli, per prima cosa non farli avvicinare a Narciso. In fondo, l’anno scorso li battemmo al 90° dopo aver resistito ai loro reiterati attacchi. Se andiamo in campo concentratissimi forse ce la possiamo fare. Ma se Catania, FOGGIA e Lecce dovessero pareggiare zero a zero tutti i loro scontri diretti, il FOGGIA può ancora tranquillamente qualificarsi per gli spareggi.

Il Catania ha altre penalità in arrivo e forse pure il Lecce. Allora dove si vince il campionato? Si vince se il Catania perde 2 punti col Cosenza, se il Lecce ne perde 3 con l’Andria, se il Benevento ne perde 2 col Messina e 3 a Melfi, mentre loro lo vincono se il FOGGIA perde 3 punti a Pagani. E’ molto più semplice di quanto si possa pensare. In fondo lo scorso anno Martina, Melfi e Savoia tolsero al ritorno ben 9 punti al FOGGIA. Piuttosto preoccupiamoci che non segnamo più su punizione, che battiamo pochi angoli vanificando il lavoro sulle palle inattive, che costruiamo in media solo 5 occasioni da rete a partita, buone solo per la metà classifica e che a Matera c’è voluto un capolavoro di Alberto Gerbo per sbloccare il risultato: una rete da sigla televisiva, in fondo non si vive di solo Florenzi….

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