Paganese, Benevento e Messina hanno annullato il gioco degli azzurri: in 3 partite raccolti 0 punti, subiti 3 rigori e nessun goal realizzato. Contro il Foggia si tornerà a giocare a calcio…
Ciò che importa è il risultato. Non è una frase di fatto, m ala pura realtà. La Fidelis è caduta, immeritatamente o meno, per la terza volta in campionato e per la seconda in casa. Una sconfitta che ridimensiona l’ambiente azzurro e che sbatte in faccia agli azzurri tutte le difficoltà che un campionato come quello di Lega Pro nasconde al suo interno.
Checché il mister voglia negarlo o checché sia «troppo presto per affrontare discorsi del genere», il risultato di sabato ha fatto emergere un aspetto interessante: la Fidelis soffre con le squadre che fanno della fase difensiva il loro punto di forza. Detto in parole povere: ha difficoltà ad aggirare un catenaccio. E’ successo contro la Paganese, dove gli azzurri hanno macinato gioco dall’inizio alla fine, senza però portare a casa il risultato contro una squadra che non ha fatto altro che difendersi e colpire in contropiede. E’ successo contro il Benevento, compagine sicuramente più attrezzata della Fidelis, che ha neutralizzato il gioco azzurro costringendo gli andriesi a giocare semplicemente di rimessa, per poi punirli nel momento di minor sforzo. E’ successo, infine, contro il Messina. I siciliani sono stati rocciosi, ben messi in campo e ordinati, ma soprattutto fastidiosi. Anche questo è calcio, purtroppo. Ha sicuramente influito l’inferiorità numerica, ma la squadra di D’Angelo ha principalmente impensierito Berardi da calcio piazzato. Segno chiaro di un ingolfamento in fase offensiva e di una pazienza che certe volte viene meno. In 3 partite, contro squadre disposte ordinatamente e difensivamente in campo, la Fidelis ha raccolto 0 punti, ha subito 4 goal (3 su rigore) e ne ha segnati solo 1. Probabilmente in questo caso 3 indizi non fanno una prova, ma sicuramente ci infilano una pulce nel cervello.
Come ovviare a tutto ciò? La risposta l’hanno data gli stessi protagonisti nel post partita: «Dovevamo avere più pazienza». Già, perché contro il Messina sono proprio le manovre ragionate che son venute a mancare. E’ vero, son stati tanti i falli conquistati ma, soprattutto dopo l’ingresso di Kristo, la squadra ha impostato il proprio gioco sul croato: palla lunga a Robert e via a raccogliere la sponda. Recuperare quella sfera diventa ovviamente complicato se insieme a te ci sono altri 3 difensori accaniti. E, supponendo di riuscire a prenderla, gli spazi per liberarsi son veramente pochi. C’è bisogno di far girare maggiormente la palla e probabilmente è qui che la Fidelis ha peccato. Complice anche una prestazione leggermente sottotono di Bisoli, che già dal match di Agrigento pareva essere in leggera fase calante, e ovviamente l’inferiorità numerica che ha costretto a turno i centrocampisti a dar manforte alla difesa a 3.
Contro il Foggia, ovviamente, dovrebbe essere tutt’altra storia. La squadra di De Zerbi ospiterà la Fidelis con il pregio di essere attualmente il miglior attacco del girone con 12 reti fatte. Solo 1 goal in più rispetto all’attacco degli azzurri che hanno raccolto invece lo stesso numero di reti dei rossoneri. Un match che, almeno sulla carta, vede sfavorita la squadra di D’Angelo, soprattutto dopo le 8 reti in 2 gare messe a segno da un Foggia in formissima. Ma difficilmente sabato sera si incontreranno catenacci per la strada e, se dobbiamo far fede ai numeri… si tornerà finalmente a giocare a calcio.
fonte: andrialive