DI GIUSEPPE BALDASSARRE – Il riscatto c’è stato, la vittoria no. Accontentiamoci per ora, con la speranza che il FOGGIA dia un valido seguito agli ultimi 10 minuti di gara visti col Catanzaro. Peggio di Pagani non si poteva. Persino nel primo tempo, che poi non è stato un granchè, i rossoneri hanno sfoderato concentrazione e determinazione, arrivando quasi sempre primi sul pallone. Tiri in porta pochissimi, punizioni ed angoli sprecati a iosa ma, perlomeno, le autostrade di Pagani sono diventate impervie mulattiere per gli avversari mentre, proprio i peggiori in campo a Pagani, risultavano tra i migliori col Catanzaro, vero Riverola? Dopo la splendida rete di Iemmello, che a quota 17 ha raggiunto Bozzi, Lazzotti, Orlando e Sbardellini al 57° posto tra i cannonieri di sempre, secondo alcuni luminari il FOGGIA avrebbe rinunciato a giocare. Non è così per due motivi. Il primo: è proprio quando si è in vantaggio che bisogna fare possesso e giro palla facendo camminare l’orologio. Il secondo: il Catanzaro era davvero poca cosa e con calma si sarebbe potuti arrivare a tentare il raddoppio. Invece no, nonostante due recuperi prodigiosi di Iemmello, l’allarme non suonava, Angelo restava fisso in attacco e su calcio d’angolo i calabresi pareggiavano. Ecco il tallone di Achille di questa squadra: la difesa! Anche quando si è vinto (una volta sola nei 90 minuti) la porta di Narciso non è rimasta inviolata. Molte reti vengono subite allo stesso modo su calcio d’angolo. Manchiamo di centimetri in difesa. Paradossalmente il Catanzaro ha pareggiato mentre Coletti fungeva da mediano. Poi il FOGGIA, sempre con Coletti mediano, ha fatto vedere i fuochi d’artificio, mancando la vittoria per le grandi parate di Scuffia ma uscendo tra gli strameritati applausi di oltre 7000 tifosi.
Orbene, può bastare per convincere De Zerbi che un centrocampo composto in contemporanea da Agnelli, Coletti e Gerbo non esiste neppure tra le ultime della B? Può convincersi De Zerbi che le grandi squadre sono tali perchè hanno un centrocampo granitico, composto anche da grandi cursori e fantasisti? Che le partite si vincono a centrocampo e non facendo possesso davanti la propria lunetta? Sempre che De Zerbi lo voglia, l’infortunio sfortunato di Quinto, alla 99^ presenza, può consentirgli di adoperare Agnelli, Coletti e Gerbo a centrocampo. Ormai Benevento è alle porte e si misureranno le due Ferrari del campionato, col FOGGIA leggermente favorito sulla carta rispetto ai sanniti ma sfavorito rispetto a Lecce e Catania che sono le due Mercedes della Lega Pro girone C.
Una volta sistemato il centrocampo e tenuto conto che Narciso c’è, bisogna pensare all’attacco in assenza di Floriano. Sarno sta giocando molto meglio dell’anno scorso, Iemmello è il re, Viola è forte di testa. Sono sufficienti questi indizi per mandare in campo un attacco stratosferico al Santa Colomba? O dobbiamo proprio scrivere che sulla fascia Iemmello è più forte di Sainz-Maza? La difesa, questo è il vero problema. Coletti centrale va e non va. Portandolo a centrocampo libererebbe una maglia per Loiacono o De Giosa. Sulle fasce Agostinone fa il suo mentre Di Chiara scalpita. Il vero guaio è Angelo che non torna mai. Per carità, le sue incursioni sulla destra sono un’arma in più per il FOGGIA ma il treno ad alta velocità freccia nera, a volte, deve cambiare pantografo e fare il percorso inverso. Non dimentichiamoci di un FOGGIA-Lucchese: 2-0 per i toscani. Il primo tempo, fuori Candrina e Tomi, dentro Caccetta e Regini ed il FOGGIA pareggiò, salvo poi perdere su rigore preso in contropiede per la pazzia di Zeman di voler sempre attaccare a sproposito. Qiundi se Angelo ed Agostinone dovessero giocar male, ci sono sempre Bencivenga e Di Chiara.
Altra critica inaccettabile mossa al FOGGIA riguarda proprio le incursioni di Angelo sulla destra. Sul banco degli imputati è finito Sarno. Ma lo volete capire che le azioni non si fanno col ciclostile? Se ogni volta Sarno desse palla ad Angelo, l’avversario capirebbe e risolverebbe. Se a volte la fantasia ed il genio di Sarno lo portano ad accentrarsi per tentare la conclusione o l’assistenza in profondità, in area verso gli attaccanti, lasciatelo fare. Ovviamente, in altri casi, Sarno deve servire Angelo. La presenza del brasiliano sul fondo dovrebbe pure fungere da specchietto per le allodole. La difesa avversaria dovrebbe allargarsi oltre misura per coprire un fronte più ampio. Tutto qua. L’importante è che Angelo capisca che ad azione finita deve tornare a casa immediatamente. Sulle spalle porta il 2 e non il 7! C’è molto da lavorare ma il telaio esiste, gli schemi non mancano forse, con un pizzico di buona sorte in più, nulla è precluso. Vincere a Benevento servirebbe a recuperare posizioni in classifica, pareggiare servirebbe a togliere 2 punti al Benevento in casa sua e questo non è un particolare da trascurare. Per nessun motivo.