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Un nervo per capello. La rabbia che si esprime in parole e deborda come un fiume in piena. Nessuno aveva mai visto Roberto De Zerbi entrare in tackle sulla questione societaria. Proprio lui che in carriera, i tackle li ha solo subiti. Sbatte la porta dello spogliatoio e avvisa tutti: «Da ora in poi, qui non entra più nessuno senza il mio permesso. Prima di entrare mi devono esonerare». Un “extra omnes” di vaticana memoria, simile a quello gracchiato al microfono del Maestro di cerimonie liturgiche al momento del Conclave. Un tentativo di difendere la squadra dalle incongruenze di un ambiente che sembrava in procinto dell’epocale svolta, in attesa di un Re Mida ben presto trasformatosi in Godot (infatti stiamo ancora aspettando, come scriveva il buon Beckett). Di più, De Zerbi sembra solo. Anzi, dice apertamente di esserlo: «Mi fido solo dei miei ragazzi, dello staff tecnico e del ds Di Bari, l’unico che mi ha voluto qui. Non sento il presidente Verile da tre settimane». E aggiunge con quel sospiro che sa tanto di malinconia: «ho già lasciato malvolentieri Foggia da calciatore, non vorrei accadesse di nuovo nelle vesti di tecnico». Il riferimento al rinnovo contrattuale (e alla chiarezza sui programmi futuri) è palese. Qualche giorno fa aveva anche detto: «Io voglio restare, ma per firmare il contratto non posso portare nient’altro che la mano e la penna…». L’unica digressione prima di sbattere di nuovo i pugni e guardare dritto negli occhi la squadra: «Non voglio alibi, oggi si deve vincere». Già perché una speranza, seppur minima, sembra ancora esserci. Il Foggia affronta oggi il Matera (20.45), poi la Casertana e il Lecce. Il calendario, quindi, offre ai rossoneri il ruolo di guastafeste nella volata play off. «Se vinciamo riaccendiamo l’entusiasmo della piazza e torniamo a casa con lo Zaccheria pieno di gente». Vero. Ma servirà un’impresa. Una di quelle in cui la squadra diventa il traino dell’intera società, come faceva il Foggia di cui era numero dieci circa dodici anni or sono, quando la situazione era di gran lunga peggiore e in Curva Sud capeggiava lo striscione «basta teatrini, vergogna».
METEO – A Matera questa sera è atteso cielo sereno e vento moderato, che soffierà fino a un massimo di 23 Km/h ma non dovrebbe disturbare più di tanto il gioco dei 11 in campo. La temperatura si aggirerà attorno agli 8°C.
FOGGIA – I rossoneri lamentano l’assenza dello squalificato Narciso. De Zerbi non ha ancora scelto il nome del sostituto. «Lo farò prima della partita confrontandomi con il preparatore Nicola Di Bitonto», spiega il tecnico. E aggiunge: «Micale è da più tempo con noi e sa come giochiamo. Addario ha dalla sua l’esperienza. Vedremo». Proprio quest’ultimo sembra in vantaggio nel ruolo di numero uno. Un’altra novità potrebbe esserci in attacco, dove lo spagnolo Sainz-Maza, in crescendo di forma, dovrebbe essere preferito a Cavallaro.
FORMAZIONE – (4-3-3) Addario; Bencivenga, Potenza, Gigliotti, Agostinone; Agnelli, Quinto, Minotti; Sarno, Iemmello, Sainz-Maza. A disp.: Micale, D’Angelo, Loiacono, D’Allocco, Barraco, Cavallaro, Leonetti. All. Roberto De Zerbi
MATERA – Auteri è costretto a rinunciare a Mazzarani, appiedato per un turno, ma spera di poter recuperare l’attaccante Madonia, bloccato da un infortunio. Qualora dovesse riuscirci, il tridente d’attacco sarebbe composto da Letizia, Diop ed appunto Madonia. In caso contrario è pronto a subentrare il laterale offensivo Carretta.
FORMAZIONE – (3-4-3) – Bifulco; D’Aiello, Flores, Mucciante; Ashong, Coletti, Iannini, Ferretti; Letizia, Diop, Carretta. A disp.: Russo, Faisca, Pagliarini, Bernardi, Madonia, Albadoro, Di Noia. All. Gaetano Auteri.
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