Mancano ormai meno di 12 ore al match tra Salernitana e Foggia, e quando si parla di questa sfida non si può non pensare a Delio Rossi, ex tecnico di campani e pugliesi con il cuore diviso a metà. Il “Profeta”, in un’intervista rilasciata al quotidiano “La Città” ha parlato della sua esperienza a Salerno, nata nella diffidenza generale: “Capimmo che quell’ambiente così diffidente, schierato ma tanto passionale avremmo potuto e dovuto pian piano portarlo dalla nostra parte. I tifosi parteciparono, ci aiutarono. E riempimmo lo stadio, riempimmo gli stadi. In migliaia all’Olimpico di Roma con la Lodigiani, esodo contro la Juve Stabia al San Paolo per l’assalto finale alla B”.
Pavone ha dichiarato che questa Salernitana e quella di Rossi sono due squadre diverse: “Sempre d’accordo con Pavone. Nel ’93 fu costruita una squadra giovane, dotata tecnicamente. Eccelleva qualitativamente ed era destinata ad aprire un ciclo. Aveva un obiettivo e l’obiettivo era la costruzione per un programma a lunga gittata. Poi fece più presto. Pure questa ha un obiettivo ma è immediato: è stata costruita con una media età alta perché deve vincere e lo deve fare ora. La Salernitana ha la stessa forza del Benevento ed è molto più forte del Foggia che ha una buona identità di gioco ed automatismi. Il Foggia, però, sta andando ben oltre le aspettative più rosee”.
Sulla necessità di avere un bomber per vincere i campionati: “Serve una squadra che giochi bene al calcio. Conosco tante squadre che hanno il centravanti e non vincono i tornei. Esempio: l’altra sera ho visto giocare lo Schalke 04 che ha Huntelaar, grandissimo centravanti. Però ha vinto il Real Madrid. La Roma non ha il centravanti. In A con la Salernitana non avevo un grandissimo centravanti, è vero, ma non ho mai pensato che un solo, grande giocatore faccia la differenza. Tanti buoni giocatori fanno la differenza”.
Quella di stasera è una partita molto importante per Delio Rossi: “Mia moglie è foggiana, sapete che faccio le vacanze a Peschici. Con Salerno c’è un rapporto speciale, forte, voglio bene e ricevo affetto sempre, in ogni momento. Salernitana-Foggia l’ho vissuta diverse volte e su due fronti. Nel ’98 eravamo già promossi in A con la Salernitana, al termine di una bella cavalcata, e sapevamo che vincendo ancora avremmo condannato il Foggia. Facemmo il nostro dovere, vincemmo, mandammo i rossoneri in C. Dal punto di vista umano sono rimasto dispiaciuto perché il Foggia è stata una mia ex squadra. Un dispiacere me l’inflisse pure la Salernitana nel ’96, quando ero allenatore foggiano. Ricchetti fece una grande partita ma questo fa parte del calcio. L’amicizia è una cosa e la professione un’altra”.
Su Claudio Lotito: “E’ un ottimo imprenditore, un bravo manager, un buon presidente. E’ stato il mio datore di lavoro. Con Lotito ho avuto un ottimo rapporto ma poi su alcune cose non andavamo d’accordo. Riguardo Lotito e la Salernitana, dico che la piazza granata può avere un futuro perché c’è una società e questa società si chiama Claudio Lotito che è garanzia”.
A Roma Lotito non entrava negli spogliatoi nel corso dell’intervallo: “Con me no, perché forse non ce n’era bisogno”.
Infine una battuta sulla querele Iodice – Lotito: “Non m’interessano le cose extra campo. Non incidono su giocatori e allenatori”.
fonte: granatissimi