Dall’ex dg della Lega Pro Francesco Ghirelli riceviamo e pubblichiamo un nuovo intervento in merito alle polemiche che continuano a divampare nella terza serie.
“Macalli ha impugnato davanti al Collegio di Garanzia per lo Sport del CONI la deliberazione dei club che avevano bocciato il bilancio il 15 dicembre 2014. Nell’esposto presentato da quattro club al Presidente Malago’ e per conoscenza al Presidente Tavecchio si può leggere che l’impugnativa si basa su un unico argomento “il voto contrario alla approvazione del bilancio sarebbe stato espresso non in ragione della non condivisibilità’ , ma come manifestazione di sfiducia nei confronti della dirigenza che lo avrebbe redatto”. Basterebbe questo per terminare: siamo di fronte ad un fatto imprevedibile, si vuol annullare la delibera a costo di confermare che la maggioranza abbia sfiduciato l’attuale governance! E contro chi ricorre Macalli? Contro Macalli, contro la FIGC (di cui è vice presidente), contro i club (cioè i soci che formano la Lega). A fronte di tali atti molti hanno pensato che la Lega Pro fosse approdata alla trasmissione televisiva “Scherzi a parte”. Io credo che, invece, la vicenda sia serissima e rischia di avviluppare il calcio italiano in una spirale da cui ne uscirà ancor meno credibile rispetto ad una credibilità che è già ai minimi termini a livello nazionale e ancor più a livello internazionale. Guai a fare i distratti, qui non si gioca una partita isolabile in Lega Pro. Macalli corrobora il tutto con dichiarazioni ad un importante giornale sportivo italiano (impegnato in prima linea nello scontro per la presidenza figc ed, oggi, silente), dice che lui non è interessato alla poltrona. Ha ragione, lui è la poltrona! Questa vicenda evidenzia un vulnus che si sta perpetrando, il voto sul bilancio non ha valore. Ma si comprende fino in fondo lo ” sbrego” che si sta facendo? Nessuno ha il potere di sindacare il voto; il voto è libero per chi lo esprime. Un grande giurista, Francesco Santoro Passarelli in ” Dottrine generali del diritto civile ” Napoli 1989 lo definisce un atto unilaterale ricettizio e in quanto tale insindacabile. Il presidente Tavecchio, presidente pro tempore della FIGC ha l’onere di far rispettare gli architravi della democrazia, che si riverberano in campo sportivo. Non ci possono essere mediazioni, titubanze. Oggi, e’ in discussione l’essenza del rapporto nello stare in una associazione sportiva. E, allontani da se chi va dicendo al telefono a tanti presidenti di lega Pro che Macalli va tenuto, ma lui poi farà come a Milano. Non c’è limite, barriera se non si ferma il tutto, ed è obbligatorio ripristinare i fondamentali diritti dello stare insieme. Se non lo si fa, si segna la fine di se stessi e si sfregiano le istituzioni calcistiche. Si ha coscienza di ciò? Volete una prova? L’assemblea del 15 dicembre 2015 vide la presidenza di un illustre giurista, professore universitario e si disse che fosse necessaria quella presidenza proprio per la delicatezza del momento e perché ne fosse il garante dello svolgimento democratico ed imparziale. Questa era stata la tesi di Macalli, per questo l’assemblea non mosse osservazioni. Ora, lo stesso illustre giurista avrebbe validato una delibera affetta da macroscopica nullità . Sarebbe forse utile che l’illustre giurista ci illumini nel merito. Macalli si racconta che avrebbe scritto una irriverente lettera al presidente Tavecchio il 15 gennaio us e quest’ultimo nella stessa data gli avrebbe risposto intimando la convocazione dell’assemblea ,entro il 5 febbraio pv, mettendo all’odg la elezione della nuova governance ed il bilancio , pena l’avvio della procedura prevista dall’art. 9 dello Statuto federale, cioè il commissariamento della Lega. Il commissario dovrà, nel più breve tempo possibile, convocare l’assemblea per l’elezione della nuova governance. E , tutto questo è sotto la lente di ingrandimento del CONI, come si evince dal suo comunicato stampa del 13 gennaio us. In quel comunicato si diceva che l’unico interlocutore del CONI fosse la FIGC, giusto messaggio ai naviganti. Decripto? Fai rispettare le regole, altrimenti ci costringi ad intervenire. Per Macalli e il Consiglio Direttivo convocato per il 21 gennaio 2015 c’è una strada obbligata, convocare entro il 5 febbraio 2015 l’assemblea con quell’odg scritto nella lettera del Presidente Tavecchio oppure dimettersi. Non lo fanno? Scatteranno le procedure del commissariamento in Consiglio federale”.
fonte: tuttomercatoweb