DI PEPPINO BALDASSARRE – Come ad un bambino, il quale desiderava tanto per Natale il suo balocco preferito e che dopo averlo ottenuto con tanta gioia e soddisfazione se lo vedeva distruggere a Capodanno, così è capitato al tifoso foggiano che, in un colpo solo, ha perso il quarto posto durato solo una settimana, l’imbattibilità interna e l’esclusiva della miglior difesa ora in condominio con altri. Questo è il resoconto della disfatta contro il Barletta. Se gli ofantini hanno vinto con un tiro in porta da lontano, il FOGGIA al tiro nello specchio non è mai arrivato, nè da vicino nè da lontano ed ha meritato di perdere una gara preparata male e gestita peggio. Il tutto alla vigilia di due trasferte insidiose anzi, se vogliamo dirla tutta, alla vigilia di tre trasferte nelle prossime quattro gare. Inoltre, causa rallentamento di FOGGIA e Lecce, non è neanche certo che il quarto posto serva con media punti bassa. Infatti, nel girone A Pavia ed Alessandria sono terze a 34 punti, nel girone B l’Aquila quarta di punti ne ha 31 mentre la Casertana, quarta nel girone C, di punti ne ha 33 con un vantaggio sul gruppo dell’Italia centrale di sole 2 lunghezze ad un turno dal giro di boa.
Era necessario vincerla la gara contro gli ofantini, una gara inutilmente montata dalla tifoseria come una finale di Coppa Intercontinentale, una gara preparata malissimo anche dalla società. Lo Zaccheria non è un villaggio turistico, è uno stadio in cui il grande FOGGIA di un tempo ha scritto pagine incancellabili della sua Storia. Prima della gara all’avversario si stringe sportivamente la mano ma poi lo si sbrana! Non si regala il panettoncino. I tifosi poi devono incitare la propria squadra e non tifare contro gli altri. Il FOGGIA stesso, poi, ha fatto il resto. Aveva tempo per recuperare e non l’ha fatto. Aveva tempo per passare in vantaggio ma lo perdeva con inutili fraseggi orizzontali senza guadagnar metri sul campo di battaglia. Era più o meno lo stesso tempo che perdeva il portiere ofantino fingendosi moribondo per un paio di volte. Anche se recuperato, e non lo è stato del tutto, quel tempo è servito a spezzare il ritmo del FOGGIA che, oltre a schiumare rabbia, continuava a non tirare in porta. Dei fatti extracalcistici non possiamo parlarne, siamo giornalisti di serie B, ci occupiamo di calcio ma persino il grande Gianni Brera in queste circostanze soleva dire: ” Non mi occupo di cronaca nera”. Una cosa va detta ma senza riferimento ad alcuna partita o squadra in questione. Infatti prenderemo ad esempio i tifosi di una immaginaria squadra color turchino che non dovrebbe esistere. Orbene, se un tifoso o, meglio, se un teppista con il color turchino pensa all’Intifada contro i poliziotti sbaglia di grosso. Colto sul fatto deve essere rinchiuso in cella e la chiave buttata via, altro che Daspo. Ma se un celerino, approfittando di divisa, scudo e manganello e, magari, odiando la squadra color turchino picchia senza valida ragione anziani, donne e bambini tifosi o simpatizzanti turchini, egli deve essere messo nella cella adiacente a quella del teppista lanciatore di sassi, se giustizia esiste uguale per tutti.
Tornando al nostro amato FOGGIA, se in trasferta, ad una gara dal termine dell’andata, ha costruito una classifica importante con 17 punti di vantaggio sulla quintultima, in casa ha dissipato non gli spareggi ma la promozione diretta con 5 pareggi ed una sconfitta. Ha perso punti pesantissimi ed irrecuperabili. In casa l’andata è finita e le vittorie sono state solo 4, magari a volte, anzi sempre, ottenute per episodi favorevoli: traversa del Martina, mezzaluna di Iemmello col Savoia, lampo di genio Sarno-Leonetti con la Lupa, punizione di Sarno col Lecce. In casa si segna poco, molto poco. In casa per 3 volte siamo andati addirittura sotto nel primo tempo e solo due volte siamo stati in grado di rimontare col golletto. Certamente non va dimenticato il tiro di Bencivenga contro la Salernitana o la respinta del portiere catanzarese sempre su Iemmello non ribadita in rete da nessuno ma la realtà oggettiva, vale a dire quella dei numeri e delle cifre nude e crude, è proprio questa. Soggettivamente potremmo aggiungere che nel possesso palla siamo più sicuri, che quando ci vengono a prendere alti non stiamo più col patema d’animo ma queste considerazioni le lasciamo ai giornalisti foggiani di serie A, noi siamo di serie B e non possiamo essere ricevuti a “palazzo reale” neppure all’antivigilia di Capodanno anche se, a volte, si sta meglio in zona promozione in B che in perenne zona retrocessione in A!