DI PEPPINO BALDASSARRE – Prima ancora di cominciare a scrivere codesto editoriale, la parola d’ordine è la seguente: “Mai dimenticare che l’anno scorso, mentre il FOGGIA affrontava Arzanese e Chieti, la Reggina giocava contro Empoli e Palermo!”. Chiarito ed assimilato questo concetto basilare, possiamo tranquillamente tessere le lodi per un FOGGIA che è uscito fuori dal mese orribile brillantemente con 8 punti. Potevano essere di più se a Castellammare avessimo avuto Potenza, Gigliotti e Narciso per tutta la gara, potevano essere di meno se l’amico legno colpito dagli avversari non ci avesse aiutato in tre circostanze ovvero, al contrario, se il legno non fosse stato nemico di Gigliotti col Matera, rimangono 8 anche per come si è sbandierato nelle due trasferte e col Matera.
Bravo FOGGIA, sempre senza il lungodegente Gerbo e quasi sempre senza Quinto! Bravo De Zerbi, il suo MAS ha affondato la portaerei Lecce e seriamente danneggiato le altre tre corazzate affrontate. Nessuno nega che il Lecce sia tuttora più forte di un FOGGIA rimaneggiato ma nel calcio vince chi segna e non chi ha la barba più lunga. Fossimo tifosi giallorossi ci preoccuperemmo più per il nervosismo del dopo gara che della sconfitta costata alla fine solo un punticino. Il Lecce, che aveva stravinto a Salerno e Benevento, dopo 88 minuti era bloccato dal FOGGIA sullo 0-0. E che FOGGIA che c’è voluto! Una gara di calcio per regolamento dura 90 minuti, col recupero si arriva a 95, segnatamente come venerdì sera. Durante i 90 minuti un calciatore governa l’attrezzo al massimo solo per 4 minuti, nel restante arco di tempo è in campo, corre, tiene la posizione, è attento ma non gioca il pallone. Ogni giocatore del FOGGIA è stato bravissimo proprio negli 86 minuti senza palla. Squadra perfetta, organizzata, concentrata, determinata e motivata dal suo grande condottiero il quale, a prescindere da ciò che insegnano a Coverciano, ha studiato al cospetto di Guardiola, il chè significa Barca e Bayern…per la terza B provvedesse Roberto…. Certo il Lecce si è mostrato pericoloso ma se ha tirato fuori dallo specchio non è colpa del FOGGIA, quindi è inutile che Lerda ed i suoi si innervosiscano. L’apoteosi è stato il gran finale. Leonetti aveva rilevato un Cavallaro stremato dai continui e proficui rientri, Agnelli dopo 80 minuti perfetti non aveva la lucidità nelle giocate, Narciso, che aveva capito tutto, ha rilanciato lungo dopo l’ennesimo assedio giallorosso proprio su Leonetti che, ad una trentina di metri dalla porta in posizione centrale, guadagnava punizione dalla mattonella di Sarno. Lo scugnizzo si estraniava dalla confusione delle proteste salentine e dalla posizione della barriera, correva verso il fallo laterale, faceva sua e solo sua la sfera asciugandola con la maglietta, stringendola ancor meglio di una puerpera col neonato e portandosi al tiro. L’arbitro faceva arretrare il pallone ancora di un metro ed era santa cosa perchè, tirando da più lontano, il pallone si sarebbe abbassato poco prima della porta. Parte Sarno, tira e la palla và giusto laddove Nocera l’aveva messa per il 3-2 all’Inter e Pirazzini di testa per l’1-0 al Pescara allo stesso minuto. Il resto l’ha fatto il boato dello Zaccheria tornato ad eruttare gioia ed entusiasmo che mancavano dall’ultima serie A. Poi Leonetti restituiva un favore a Sarno che, dopo aver fatto accomodare il portiere col fondoschiena a contatto con l’umida erba fredda, lo infilava sul primo palo.
Era l’apoteosi, forse l’inizio di una nuova corsa dove il FOGGIA è partito in netto ritardo e 9 punti di distacco dalla Salernitana sono tantissimi, quasi irrecuperabili ma dove, grazie a Sarno, sono stati recuperati in un amen 3 punti a Lecce e Juve Stabia e 2 punti a Benevento e Matera. Per il momento, però, godiamoci il + 14 sul Martina quintultimo, senza mai dimenticare che ad agosto avevamo 19 squadre sopra di noi per quello stramaledetto meno uno e che oggi ne abbiamo ben 15 sotto! Con la doppietta rifilata al Lecce, Sarno dovrebbe essere il 509° marcatore della storia del FOGGIA e sicuramente il 141° doppiettista ma soprattutto, oltre a Iemmello e Cavallaro, è un’altra freccia preziosa e letale al nostro arco. Aspettavamo la ciliegina, è stato a lungo amarena, ora è finalmente marasca dalmata!
Ora attenzione alla Reggina. Per i grandi numeri, come il Lecce non poteva sempre vincere, così gli amaranto non possono sempre perdere. Il Granillo è un campo difficile, mai quanto il Menti però. I reggini hanno ingaggiato Alberti come allenatore ma anche a Caserta vi era analoga situazione. Non ci resta che affrontare gli amaranto con una concentrazione ancora superiore a quella che metteremo contro i granata a Salerno a suo tempo. Come dice De Zerbi con la bava alla bocca.
Ah, stavamo dimenticando D’Allocco. Grazie a lui si sente meno l’assenza di Gerbo. Ovviamente D’Allocco non vincerà mai il pallone d’oro ovviamente, tra calciatori patrizi e plebei, D’Allocco fa parte dei secondi ma senza scomodare Menenio Agrippa, quanto utile è stato il plebeo contro il Lecce? Ha giocato una partita straordinaria, ha lavorato tanto senza mai sbagliare ed il banco di prova non era l’Ischia. Bravo D’Allocco ma bravo De Zerbi che ha trasformato Agostinone e D’Allocco in due grandi calciatori, importanti e quasi indispensabili!