Prima sì, poi no, poi forse sì, poi no, poi sì. Il caso relativo all’anticipo di stasera tra Messina e Benevento ha del clamoroso. Porte aperte o porte chiuse? Le istituzioni hanno cambiato idea diverse volte, per motivi discutibili visto che il regolamento al centro del contendere era relativo all’organizzazione del trasporto dei tifosi ospiti fino allo stadio, i quali, però, avevano già specificato che sarebbero giunti in Sicilia con mezzi propri. Ieri sembrava definitiva la scelta di giocare la partita a porte chiuse. Oggi, poche ore prima della partita, il dietrofront.
Ci sono due modi per leggere una situazione del genere. La si può semplicemente considerare un nuovo capitolo, l’ennesimo, della lentezza impressionante con cui le istituzioni prendono decisioni. A Benevento hanno scelto la seconda opzione: metterci un po’ di malizia e pensare al complotto. In effetti i tifosi sanniti non avrebbero mai potuto organizzarsi per una trasferta di 500km solo poche ore prima dell’inizio dell’incontro. Così, i giallorossi di Campania saranno presumibilmente privi del sostegno dei loro supporters per colpa di una delibera arrivata davvero troppo tardi.
E’ quasi superfluo sottolineare che anche i tifosi messinesi, pur in misura minore, sono stati danneggiati da questa confusione, che avrà creato problemi organizzativi a chi era già certo di non poter andare allo stadio. Disagi forse superabili per chi vive a pochi chilometri dal San Filippo. Non per chi avrebbe dovuto compiere un viaggio di oltre cinque ore.
Quando accadono episodi di tensione fuori dagli stadi, politici e funzionari dello Stato sono sempre pronti a commentare con amarezza e sdegno. Sarebbe il caso di mostrare la stessa prontezza quando c’è da prendere decisioni che non ne creino altre, di tensioni.
fonte: tuttolegapro