28 Aprile 2025
Serie B

Francesco Ghirelli: “Macalli non si accorge della sfiducia? Occhiali e Amplifon per lui. Il mio licenziamento una ritorsione”

C’eravamo tanto amati… Il film di Ettore Scola ha appena compiuto 40 anni ma è attualissimo per spiegare quanto sta accadendo in Lega Pro. Nei panni dei due ormai ex innamorati il presidente Mario Macalli e il non più (per il momento) diggì Francesco Ghirelli. Quest’ultimo, dopo il licenziamento di inizio stagione, si è preso la “rivincita” pochi giorni fa, quando non è stato approvato il bilancio presentato dalla Lega Pro. Dopo aver condiviso per anni le scrivanie nella sede di Firenze, i due sono ormai ai ferri corti. TuttoLegaPro.com ha intervistato Ghirelli per capire cosa accadrà, a breve, al calcio di terza serie. Senza dimenticare la questione licenziamento.

Lei pare ormai l’ago della bilancia: l’ultima volta fu decisivo per l’elezione di Macalli, ora, invece, fa pendere la bilancia dalla parte di Gravina e degli anti-macalliani…

“Questo l’ha detto lei (ride NdR). In genere si tende sempre a personalizzare, è un modo italiano di fare. Io ho una mia traiettoria in questa vicenda, basata sul reintegro. Il 5 settembre avevo presentato una relazione al comitato direttivo per risolvere alcune questioni da me verificate nei mesi precedenti. Sulla base di questo auspicavo un confronto: avrei tolto il disturbo se qualcuno avesse dimostrato che le mie conclusioni erano errate. Oppure, viceversa, sistemare le cose rivelate dal sottoscritto. La reazione è stata il licenziamento, una chiara azione ritorsiva. Il Giudice del lavoro deciderà sul mio reintegro. Il processo è stato incardinato il 5 dicembre presso il Tribunale di Firenze. Credo che nel giro di 60 giorni arriverà la sentenza”.

Cosa pensa dell’Assemblea di due giorni fa che ha visto bocciato il bilancio della passata stagione?

“40 presidenti hanno scelto di bocciare il bilancio presentato attraverso una votazione aperta ed esplicita: quando in un consiglio comunale o in un’azienda avviene una cosa di questo tipo, le dimissioni sono automatiche altrimenti c’è il rischio del commissariamento.
Ieri è emersa con chiarezza e in maniera democratica la voglia dei presidenti di essere protagonisti della propria Lega”.

Macalli ha comunque dichiarato di non sentire sfiducia su di sè…

“Lo disse anche Ceausescu quando in Romania la piazza era in rivolta totale. Due giorni dopo venne messo sotto processo e sappiamo tutti come finì. Naturalmente non auguro questo a Macalli ma dovrebbe guardarsi bene intorno: ha avuto 40 voti contrari in maniera palese. Se non li vede gli consiglio di prendere un bel paio d’occhiali e magari di farsi anche un giretto all’Amplifon. Come valuta le mani alzate contro il bilancio? Caramelle di Natale? (ride NdR). E’ arrivato il tempo del cambiare…”

Eppure c’è stata polemica sulla grande voglia di fare del patron della Salernitana, Claudio Lotito, tra i macalliani più convinti…

“Qualcuno era riuscito in altre leghe a mettersi in mezzo ma in Lega Pro non ha funzionato perché la gente non ha più voglia di protagonismo. Qualche anno dissi a Lotito che la Lega Pro era diversa dalle altre leghe: più ci si muoveva e più si ottenevano risultati negativi. Mi raccontano che in Assemblea è stato uno di quelli che più si è mosso. Non lo capisce, che ci posso fare? Prosegua pure sulla sua strada..
In estate si è battuto per la divisione dei gironi e ha causato danno sia alla Salernitana che alle altre squadre. Se invece di impostarla in quel modo avesse attuato un altro tipo di ragionamento forse avremmo avuto una soluzione migliore. E’ sbagliato l’approccio, la logica del “Ci penso io”. Lasciam perdere…”

Cos’è che non la trova d’accordo, nella gestione della Lega, con il presidente Macalli?

“Il calcio professionistico deve mettersi in testa che i finanziamenti pubblici tenderanno inevitabilmente a diminuire a causa della crisi economica, fino a scomparire. Ci vuole una Lega che abbia una grande capacità professionale che vada sul mercato a trovare risorse finanziarie. Dall’altra parte viene indicata una Lega chiusa che pensa solo ai contributi federali: è un’ottica miope, di breve periodo che rischia di portare, come è stato in questi anni da 46 a 30 milioni nelle casse delle società. Bisogna produrre risorse, la crisi ci impone di innovare. C’è un problema di prospettiva in Lega Pro.
Quando c’ero io si era provato a fare una Lega Pro di vetro, trasparente, cercando di innovare in vari settori: smantellare e modificare la calcio servizi, incrementare profitti squadre con streaming e highlights, creare un piano industriale comune dal momento che presi singolarmente non tutti i club riescono a farcela”.

Tra le sue idee e il programma di Gravina non sembrano esserci differenze…

“E che problema c’è? Ci siamo confrontati sui problemi della Lega e abbiam idee simili su molti dei temi: c’è la volontà di trasformare la Lega dal punto di vista imprenditoriale. C’eravamo confrontati anche nei momenti in cui con Gravina non condividevamo alcune cose, quando partivamo da posizioni diverse”.

In tutto ciò, le lotte intestine stanno facendo perdere un anno di sviluppo dell’intera Lega…

“Quando qualcuno decide di fare la guerra, modificando completamente le proprie posizioni, se ne assume le responsabilità. Faccio l’esempio degli sponsor: c’era un programma che ruotava su di essi e in due anni avrebbe portato 4-5 milioni nelle casse della Lega. E’ evidente che le aziende guardano alla situazione in fibrillazione, che non si parli più di Lega se non per fatti negativi mentre prima eravamo conosciuti per l’Integrity e l’innovazione, arrivando pure all’ONU. Qualcuno dovrà rispondere di tali cadute”.

Domanda che si sono posti tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori: il direttore Ghirelli si è accorto così tardi dei problemi in Lega?

“Mi sono concentrato in questi anni sulla questione organizzativa e del brand, per meglio posizionare la Lega sul mercato. Fino a qualche mese fa la nostra immagine era legata a giovani, territorio, innovazione e valori. E’ stato un lavoro durissimo visto che non era facile andare da uno sponsor mostrandogli una Lega che ogni anno perdeva squadre tra fallimenti e non iscrizioni, con centinaia di punti di penalizzazione e team che avevano difficoltà a completare il campionato.
E’ evidente che il punto di vista amministrativo, per le competenze che aveva, erano state seguite in prima persona dal presidente Macalli, senza alcuna obiezione da parte mia. Nel momento in cui non mi sono state chiare alcune questioni, poiché c’era di mezzo anche la mia salvaguardia oltre quella dei club, ho presentato un documento al direttivo in modo tale da risolvere quei problemi. Il casino l’ha fatto chi ha messo in atto l’operazione di licenziamento nei miei confronti senza nemmeno farmi discutere.
Le faccio un esempio: sui contributi federali, quelli sui giovani per intenderci, ero convinto che non fosse stata rispettata la commissione che dovesse presiedere alla definizione del punteggio poiché il lavoro sarebbe stato svolto da una sola, persona, il vice-presidente Pitrolo. Si faccia dare i verbali del direttivo che ha preceduto il mio licenziamento. Il vice-presidente dice che la commissione c’è stata e fa i nomi. Se oggi prende la relazione al bilancio del collegio dei revisori, che ha fatto una verifica su questo, dice che oggi si è formato un gruppo di lavoro. Oggi in un documento ufficiale vengo a scoprire che avevo ragione. Si tratta di denari pubblici, con tutto ciò che comporta”.

Meno male che adesso arriva Natale, così saremo tutti più buoni…

“Lo dico con molta gioia ai vostri lettori: Buon Natale! L’altro ieri è stata una bella giornata, finalmente si respira aria nuova. Credo si apra una prospettiva diversa per il calcio italiano ed è una bella pagina di questo paese. Una pagina che va oltre la Lega e il calcio e dà un segnale di speranza per i giovani. Si parla spesso di negatività, invece ci sono forze che vanno stimolate in modo da dire la loro”.

fonte: tuttolegapro

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