Dopo il mezzo passo falso interno contro il Matera, il Benevento vuol subito riscattarsi nella gara di venerdì sera di Messina. Ha parlato nel pomeriggio l’allenatore dei giallorossi, Fabio Brini:
“Della gara contro il Matera non parlo di prestazione, bensì di situazioni che in un altro momento non sarebbero capitate. Probabilmente, tra primo e secondo tempo c’è stato un rilassamento dettato dal vantaggio numerico e di risultato. La gara va analizzata nei novanta minuti e nell’arco della gara ci sono state anche buone trame sugli esterni e di giocate collettive. Naturalmente, in settimana abbiamo analizzato, rivedendo la partita, ciò che non è andato e che dobbiamo migliorare”.
Altro stop registrato in settimana è quello di Emanuele Padella. Piccolo cenno di stizza da parte del tecnico marchigiano che ha così detto quanto sia importante render noto allo staff anche il minimo fastidio. Con l’infortunio di Padella, restano disponibili al centro della difesa i soli Scognamiglio e Lucioni, che però sono in diffida:
“Per fortuna sabato non ho fatto entrare Padella, non è successo niente ma spesso si cerca di non accentuare qualche piccolo fastidio. Se ciò è positivo da un lato, perché dimostra la voglia di questi ragazzi, dall’altro può portare a situazioni negative. In questo modo starà fermo 5 o 6 giorni ma, se fosse entrato in campo, avrebbe potuto rischiare di più. Infortuni e squalifiche? Questa è la nostra situazione e bisogna andare avanti così. Ogni giocatore deve entrare in campo sgombero da pensieri e devono entrare in campo come se non fossero diffidati in modo da dare il 100%. Allegretti? Bisogna considerare che anche i calciatori hanno una famiglia. Questo calendario può creare dei problemi a chi non ha famiglia nel luogo in cui lavora, ma credo che Allegretti abbia risolto anche questo aspetto. Non ci sono problemi fisici, il calciatore è utilizzabile, anche se in ritardo con il lavoro. Non mi sono pentito di aver voluto una rosa ristretta, perché credo che il gruppo ideale sia costruito in questo modo, coprendo ogni ruolo con una coppia di calciatori. Ad inizio campionato avevo considerato infortuni e squalifiche, ma mai mi sarei aspettato una situazione del genere che affronto per la prima volta in carriera. Non sono per le rose di 26 o 27 calciatori dove inevitabilmente si creano dei malumori dettati dalla voglia dei giocatori di scendere in campo. Quando hai dei giovani in rosa, devi valutare i loro margini di crescita all’interno della squadra o se hanno bisogno della certezza di giocare per poter maturare. In questo caso può esser opportuno cederli in prestito, come fatto per De Risio che sta giocando bene e l’anno prossimo tornerà disponibile ed utile al Benevento”.
In giornata la Prefettura ha reso noto che la partita Messina – Benevento si disputerà a porte chiuse:
“Non cambia nulla perché la partita si gioca in mezzo al campo. Meglio giocare con gli spalti gremiti ma, se le cose stanno così, bisognerà giocare come se ci fossero i tifosi. Il Messina è una squadra di carattere ed avrebbe meritato qualche risultato in più. Una squadra che cerca di essere aggressiva, di conquistar palla e ripartire e dovremo esser bravi a trovare delle soluzioni. Noi abbiamo lavorato fino ad oggi cercando di sviluppare gioco in velocità. Questo modo di giocare comporta qualche margine di errore maggiore ma allo stesso tempo ti permette di metter in difficoltà l’avversario. Quando sarà disponibile D’Agostino avremo qualche alternativa in più in mezzo al campo ma resta importate è il gioco sulle fasce, che è stato determinante anche per riacciuffare il pareggio contro il Matera”.
fonte: tuttolegapro