DI PEPPINO BALDASSARRE – Col Matera sarebbe necessario vincere ma è indispensabile almeno pareggiare. Ci proveremo, questo è sicuro. Per De Zerbi l’inosabile, l’impossibile non esiste. Continua il ciclo orribile ma, dopo il pareggio esterno ottenuto con la Juve Stabia, non potremo meravigliarci più di niente. E’ stato un pareggio solo per la classifica, per il morale dei tifosi, per l’autostima della squadra esso vale molto di più di una vittoria. Eravamo stati avvisati: “Qui comandiamo noi”. Non avevamo inteso che in quel noi era compreso l’arbitro, l’abbiamo capito dopo un quarto d’ora. A Castellammare di Stabia l’eroico ed epico FOGGIA di De Zerbi ha disputato egregiamente due gare in una. La prima è durata solo un quarto d’ora con rete dubbia annullata o, meglio, dubbio fuori gioco segnalato e rete segnata dopo il fischio arbitrale, tant’è che il portiere delle vespe non ha accennato la parata. Ebbene, se il FOGGIA privo persino di Gerbo, Potenza e Gigliotti dovesse essere proprio quello del primo quarto d’ora, i primi a preoccuparsi dovrebbero essere Brini e Vigorito poi, a seguire, tutti gli altri, Juve Stabia esclusa perchè testimone oculare!
Non sappiamo se rivedremo uno spettacolo del genere, rispetto al quale finanche il primo tempo di Cosenza resta ben poca cosa. Non sappiamo se rivedremo una squadra così perfetta, tanto che c’è voluto un rigore inventato di sana pianta per spezzare l’incantesimo. Gli avversari, non solo non hanno protestato sulla parata di Narciso, pronti a rientrare a centrocampo ma hanno capito che era rigore solo nel momento in cui l’arbitro ha estratto il rosso. Sarno è stata la vittima sacrificale. De Zerbi, in un nanosecondo, ha trasformato il 4-3-3 in un 4-4-1 arretrando il duttile Cavallaro in seconda linea. In quel momento è iniziata un’altra gara giocata all’arma bianca dove il FOGGIA si è fatto valere dove persino Grea, miracolosamente, non ha deluso dove, dopo lo svantaggio, il FOGGIA ha capovolto il risultato salvo poi soccombere su fortuita autorete e poi riprendere a comandare il gioco con i padroni di casa a corto di fiato.
Resterà scolpita per sempre nella nostra mente e nella storia del FOGGIA la partita di sabato scorso. I nostri occhi che, negli anni 60 e 70, hanno visto in maglia rossonera fior di calciatori di classe sopraffina e che negli anni 90 hanno visto corsa, collettivo e spettacolo, non avevano mai visto prima 11 e poi 10 uomini lottare e combattere come un individuo solo. Non stiamo esagerando ma l’abnegazione, la determinazione, le motivazioni, l’animus pugnandi, la voglia di non perdere e di dimostrare chi veramente comandava con i fatti e non con le chiacchiere sono stati gli ingredienti di una prova fantastica. Bravi tutti, anche Altobelli che, infortunio a parte, ha anticipato ed aggirato in una circostanza Ripa con molta classe e precisione. Bravi pure quelli dei minuti finali senza Grea e senza Agnelli usciti anzitempo ma soprattutto bravi quelli del primo quarto d’ora. Per chiudere l’argomento, perchè il calcio deve pensare al prossimo futuro e per far ben capire a chi ci legge quello che è stato il primo quarto d’ora, diremo solo che sembrava una partita di Coppa Italia con una squadra di serie A che affrontava in trasferta una squadra di serie B.
Ora il FOGGIA è settimo per differenza reti ed ha 11 punti di vantaggio più scontro diretto a favore col Martina sulla zona retrocessione. In pratica 3 partite di vantaggio ad un terzo di campionato. Iemmello e Cavallaro continuano a segnare. Il primo ringrazierà De Zerbi e la mezza luna ripetuta dopo la riuscita col Savoia. I proverbi antichi non sbagliano mai: “Repetita juvant”. Il secondo ringrazierà uno stupendo Bencivenga che pare abbia imparato a metterla bene in mezzo. Ora Iemmello è a quota 6 in compagnia di altri 21 marcatori dei quali citiamo Turella, Barbuti, Axeldal, Luigi e Silvano Villa, Codispoti, Troianiello, Gori e Crialesi. Cavallaro sale al 49° posto con le sue 19 reti raggiungendo i contemporanei Oltramari ed Insigne ed i preistorici Mirabello e Spatuzzi.
Ora però veniamo alle dolenti note. E’ risaputo che, oltre a Gerbo, fino al Santo Natale saremo privi ogni volta di un altro titolare. Questa volta tocca a Narciso la tribuna ed a Micale la porta. A Castellammare ha salvato il risultato sul 2-2, nessuno lo nega ma forse sulle reti qualche responsabilità ce l’avrà pure. In 31 gare ha subito 40 reti con quoziente di 1,29 a partita. Le reti subite sul campo furono addirittura 42 con quoziente 1,35 ma due furono annullate col 3-0 a tavolino di Santa Maria Capua Vetere. In partite ufficiali col 2-1 di Termoli si sale a 1,37: della serie che occorrono minimo 2 reti, se non 3, per battere il Matera. Persino Giacinti aveva un quoziente di 1,2 a gara ed aveva giocato solo in A ed in B. Narciso ha un quoziente di 0,94. E’ una bella differenza che, unita ad una statura non certo da gigante, non ci fa stare tranquilli. Evitiamo le palle inattive a sfavore, potremmo avere problemi. Erigiamo una diga con i rientranti Potenza e Gigliotti. Proteggiamo questo ragazzino che qualche parata pure la fa. Cerchiamo, se possibile, di dare un forte dispiacere ad Auteri. Quando vinse con la Nocerina ebbe bisogno di tre reti annullate al FOGGIA. Di quel FOGGIA, Zeman, Sau, Farias ed Insigne sono in A. Auteri durò pochissimo in B e di Pomante si sono perse le tracce. E’ un momento molto delicato per il FOGGIA, partito con un programma di tre o quattro anni che potrebbe cambiare obiettivo in corsa, presentandosi agli esami da privatista magari non per essere promosso ma almeno per ottenere l’idoneità all’ultimo anno…..