DI PEPPINO BALDASSARRE – Col Catanzaro abbiamo il dovere di non perdere ma anche il diritto di provare a vincere. Dovere di non perdere per non sciupare quanto di buono fatto in quasi un quarto di campionato. Il diritto di misurarci ad armi pari contro le corazzate del campionato è stato sancito dalla unica piccola differenza tra noi e la Salernitana: un tiro di Bencivenga fuori bersaglio. Sul campo il FOGGIA ha incamerato 14 punti algebrici, media 1,55 periodico che lo proietterebbero a 59 punti (58 col meno uno) a fine torneo. Per una salvezza tranquilla fin qui ci siamo. Aggiungiamo che abbiamo vinto 1/3 di partite, ne abbiamo perso solo 1/9 (peraltro a Benevento) e con dei pareggi a corollario siamo perfettamente in obiettivo con un tesoretto di 6 punti di vantaggio sulla quint’ultima ed un congruo numero di squadre sotto. Guai a dilapidare il patrimonio. Primum non nocere quindi, per prima cosa, non perdere per restare nel ventre della classifica dove, anche con i pareggi, si cammina, classifica che molto presto si spaccherà in due tronconi. Certo meglio ora il Catanzaro che, ad esempio, Lecce o Juve Stabia ma guai a montarsi la testa o a sottovalutare i calabresi. Vincere in casa due partite è difficile ma, a volte, ci siamo riusciti come nell’ottobre 1989: 4-0 al Padova e 1-0 rete di fronte ad una squadra giallorossa allenata da un suo ex giocatore tale Fausto Silipo…
Col Savoia c’è stata la vittoria più bella. La rete di Iemmello è frutto di tanti fattori messi insieme tranne uno: l’improvvisazione! De Zerbi ha lavorato bene sulle palle inattive ed i frutti si colgono. Iemmello che percorre la mezza luna e che si fa trovare laddove Cavallaro aveva scaraventato il pallone, pronto a calciarlo al volo in rete, sembra di categoria superiore. Agnelli e Cavallaro, uno di fronte all’altro col pallone di lato, dovevano pur far capire ai savoiardi che non avrebbero tirato in porta ma escogitato qualcosa. Bucaro inoltre ha rinunciato a Di Piazza dall’inizio, a suo dire, per non dar riferimento al FOGGIA, senza sapere che non ha dato riferimento neppure ai suoi…Immaginate solo per un attimo Iemmello schierato dal 46′ in trasferta, avremmo richiesto urgente consulenza neuropsichiatrica per De Zerbi. Il Savoia non è stato battuto solo da Iemmello, alla sua quarta rete con la quale al 208° posto ha raggiunto Brescia, Caputo, Carrara, Coccia, Coletti, Curci, Defrel, De Vincenzo, Di Roberto, Domenghini, Faleo, Fiorini, Frigerio, Gigliotti, Giuliani, Grilli, Ignoffo, Konè, Laribi, Limone, Lorenzetti, Mastronunzio, Moro, Morrone, Mupo P., Musiello, Pizziolo, Porro, Princivalli, Quinto, Ragno, Stanzione, Salvioni e Tisci. Narciso ha messo la mano all’angolo basso della porta salvando il risultato e la sua reputazione. A Benevento ci ha tolto un punto, col Savoia ne ha salvati due! Tutti hanno dato un grande contributo: Agostinone un vero leone, Potenza attentissimo in difesa, persino Bollino, almeno stavolta, non ci ha fatto disperare. Su Quinto preferiamo glissare ma una cosa è certa: il giorno in cui Quinto e Cavallaro dovessero contemporaneamente giocare da 8 in pagella, allora sarà solo un problema di differenza reti.
Il FOGGIA batterebbe chiunque e dovunque, corazzate comprese. Il Catanzaro fece avverare l’ultima profezia di Fesce. Nel gelido pomeriggio del 23 dicembre 1999, il FOGGIA di Braglia era sull’1-1 col Catanzaro ed il presidente emerito disse: “Questa la vinciamo solo su rigore”. Su rigore segnammo il 2-1. Terminò 3-1 ma il Presidente ci lasciò sull’ 1-1 dal suo posto di combattimento. Certamente ritroveremo il Presidente Onorario Franco Lo Campo al suo posto in tribuna dopo una breve degenza per infortunistica stradale. Quest’anno con la luce in panchina, quasi per contrappasso dantesco, non abbiamo ancora vinto sotto i riflettori. E’ indispensabile pareggiare, d’accordo, ma PROVIAMOCI almeno.