DI GIUSEPPE BALDASSARRE – Non sono bastati al FOGGIA tre rinforzi, e che rinforzi, del calibro di Gigliotti, Gerbo e Iemmello, in pratica uno per reparto, con la partecipazione, tutt’altro che straordinaria, di Sarno per battere il Melfi. Come un goliardo universitario bocciato ad agosto, il FOGGIA di De Zerbi e Brescia ci ha riprovato dopo poco più di un mese. Ha studiato un po’ di più, ha risposto bene in difesa ed in attacco ma a centrocampo è naufragato pertanto, per battere i lucani, deve aspettare l’appello invernale del 25 gennaio e dintorni. Certamente la diarchia De Zerbi-Brescia ha cementato un grande gruppo, unito, coeso, deciso e pronto ad aiutarsi gli uni con gli altri ma la forza di battere il Melfi quella non c’è stata. Abbiamo perso i primi due punti in media inglese pur restando imbattuti ma, allo stesso tempo, molto preoccupati per il futuro. Se non riesci a segnare ed a vincere con il Melfi contro chi, Martina a parte, ne sarai capace? Vedremo, intanto Benevento è alle porte. Trasferta da bollino nero ma trasferta comunque da onorare e soprattutto da giocare, magari come a Cosenza, eh già magari!
Come asserivamo pocanzi, contro i lucani il FOGGIA ha mostrato tanti pregi. In primis la difesa ausiliata dalla pochezza dell’attacco gialloverde, la retroguardia ha retto bene con Gigliotti davvero insuperabile e con un ottimo Narciso sempre attento tra i pali ed al di fuori di essi, preciso con le mani e con i piedi tranne un rinvio sbilenco in apertura di gara. L’attacco è stato servito poco e quando è ripartito bene con Iemmello ci ha pensato l’assistente a fermarlo segnalando un fuori gioco inesistente, tanto è vero che l’arbitro non ha fischiato punizione ed ha concesso la rimessa laterale agli ospiti. Nè tampoco possiamo colpevolizzare Iemmello di essersi fermato. Poteva mai rischiare la diffida rimediando il terzo giallo in tre partite? Questa situazione è di pertinenza di Loiacono, che ha centrato pienamente l’obiettivo. Le dolenti note vengono dal centrocampo. L’assenza di Marcello Quinto, e non quella ad esempio di Daniele De Rossi, si è fatta sentire. Sicurella ha svolto il compitino senza dare quel quid in più. Paradossalmente molto meglio Gerbo in quel ruolo che ha ricoperto nei minuti finali. Ha dato molta più tranquillità alla squadra che sostenuta a gran voce dai suoi impareggiabili tifosi (tali sono quando non accendono inutili fumogeni) voleva assolutamente vincere. Nonostante la poca copertura del 4-2-4 finale, Gerbo se l’è cavata egregiamente, interdicendo, ricucendo e ripartendo. Il 4-2-4 fu la tattica vincente del Brasile ai mondiali del 1958 ma Feola aveva l’ala sinistra Zagalo che fungeva da tornante con sette polmoni e soprattutto Sarno non è Pelè. Già Bollino aveva fornito il fuoco di un cerino: pochi minuti dal suo ingresso in campo aveva fornito brio ai satanelli, poi si è spento. Sarno, invece, non pervenuto. Morale della favola Bitetto è riuscito ancora una volta a catturare il FOGGIA nella sua rete di centrocampo, schierandosi con difesa alta e recuperando palla molto spesso nella metà campo dei padroni di casa. Emblematica l’azione di contropiede di Iemmello il quale, non solo era in posizione regolare, tuttalpiù useremmo la formula dubitativa per Cavallaro che non partecipava all’azione ma il catanzarese è ripartito dalla propria metà campo.
Checchè se ne dica la colonna sonora del primo tempo è stata questa: il Melfi ha giocato quasi sempre nella metà campo rossonera, il FOGGIA sempre nel primo tempo più di quello che ha fatto non poteva fare. Viceversa nella ripresa i lucani si sono allungati ma i rossoneri non ne hanno saputo approfittare. Sfortunatissimo Iemmello che la gamba l’aveva allungata bene in spaccata ma per un nonnulla ha solo sfiorato la sfera. Prendiamoci il punticino e guardiamo avanti. A Benevento senza paura, ma con la voglia di onorare la maglia e la città. Gigliotti ha ricordato l’impresa epica ed eroica di tre anni fa quando il FOGGIA in 9 espugnò il Santa Colomba con prodezza di Agodirin. Loro in attacco posseggono Eusepi, Alfageme e Marotta con Mazzeo in arrivo. Se proprio vogliamo guardare al passato proprio Marotta potrebbe ricordare di aver già deflorato il FOGGIA in tutti gli orifizi possibili ed immaginabili in un recente passato. Stavolta, però, se dovesse giocare non lo marcherà Iozzia.
Infine un doveroso pensiero lo rivolgiamo alla vera bandiera del FOGGIA, al Capitano di sempre, GIANNI PIRAZZINI, 364 gare in campionato con 13 reti realizzate, 49 presenze in Coppa Italia con 2 reti, una presenza in Coppa Italia serie C, 4 presenze nelle Coppe Europee, per un totale di 418 partite e 15 reti in 13 anni di militanza rossonera, con 4 promozioni di cui 3 in serie A ed una salvezza nella massima serie. Oggi compie 70 anni e il municipio di FOGGIA gli conferisce la cittadinanza onoraria. E’ difficile per GIANNI PIRAZZINI trovare la citazione di un poeta, di un letterato o di un comune mortale qualsiasi, pertanto ci rifacciamo ad un Uomo Figlio di DIO Padre morto e risorto per noi: ” NON 7, ma 70 VOLTE 7″. Questa frase estrapolata dai Vangeli la dedichiamo a GIANNI: 70 volte 7 GRAZIE per tutte le GIOIE che ci hai regalato!