DI MICHELE CARELLI – Una bella spallata è stata quella data ieri pomeriggio dal Foggia di De Zerbi-Brescia al clima di scetticismo e poca fiducia che ha caratterizzato la “piazza” rossonera in questi primi 40 giorni della nuova stagione calcistica. Chi non ha sentito fino a ieri mattina in città frasi come: “Ma dove si avvia questa società senza risorse economiche?” Oppure: “Come puoi affrontare un campionato difficile come quello di quest’anno senza giocatori di esperienza e soprattutto con una squadra poco attrezzata per la categoria, ma soprattuto non ancora completa?” Ed altre “sentenze” di questo stampo. La prima gioia per il tifoso rossonero e’ arrivata dall’altoparlante dello stadio (sarebbe meglio dire della tribuna poiché la lettura delle formazioni continua a sentirsi poco e niente negli altri settori) quando è stato scandito il cognome Gigliotti. E dunque, in attesa che Potenza inizi a dare anche lui il suo contributo, come difensori centrali dovremmo essere a posto. In attesa che arrivi Ceccarelli, l’utilizzo di D’Allocco nella posizione di esterno destro di attacco ha dimostrato ancora una volta che se un collettivo funziona si può anche non far ricorso al nome di grido, risparmiando così denaro. In attesa di un terzino sinistro … ora c’è il Cosenza al San Vito che sta lì’ a ricordarci che non ci si può esaltare minimamente dopo il successo nella partita di esordio. Ma nel calcio mai dire mai. Anche nel 1992-1993 dovevamo andare “in B … dritti dritti”. E invece sappiamo come andò grazie al Maestro e ai suoi carneadi. Ieri, al di là della vittoria, è stato davvero gradevole vedere il Foggia giocare palla a terra, senza quasi mai spazzare via con lanci lunghi e costruendo l’azione da dietro. Il Lecce sarà di un altro pianeta – così dicono – ma la legge del campo resta sempre l’unica che fa giustizia di quel che si dice prima di vedere una partita. Ce lo dovrebbero aver insegnato i tanti anni che vediamo calcio.
