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17 Gennaio 2025
Serie B

Marra: “Arzano pagina magnifica. Non andrò a Caserta”

E’ arrivato ad Arzano in punta di piedi. Il suo desiderio di riscatto lo ha coltivato lavorando in silenzio per poi emanciparlo con i risultati. Se un giorno la lunga e sfortunata rincorsa dell’Arzanese potrà essere raccontata a futura memoria di un gruppo che ha provato a scrivere una piccola e inedita pagina di gloria calcistica, un po’ è anche merito suo. Per il tecnico biancoceleste, Salvatore Marra, ora però è tempo di bilanci. “Ringrazio tutti – premette – . La società, i ragazzi, i tifosi, il direttore sportivo Costagliola, tutto il mio staff, vale a dire il preparatore atletico Bianco, il mio braccio destro D’Angelo, l’allenatore dei portieri Del Prete, Luciano Landolfi, medico, massaggiatori e magazzinieri. E’ stato merito di tutti se questa squadra ha sfiorato un autentico miracolo calcistico. Il regolamento con due pareggi ci ha puniti ma il verdetto del campo va sempre accettato. Certo, è una ferita ancora aperta ma speriamo che si rimargini in fretta”.
Potesse tornare indietro rifarebbe tutte le scelte per entrambi i match col Tuttocuoio?
“E’ logico che quando non si raggiunge un obiettivo ci si fa mille domande. Si cerca di capire, di farsene una ragione. Ma io ritengo di aver fatto nel modo migliore tutto quello che ritenevo andasse fatto. Rimpianti non ne ho. Abbiamo dato tutto e ritengo che il loro portiere sia stato in fin dei conti il migliore dei suoi in entrambe le gare”.
Restano tuttavia cinque mesi indimenticabili. L’Arzanese ha fatto qualcosa in cui nessuno a dicembre credeva più.
“Abbiamo fatto un girone di ritorno che ha dell’incredibile. Siamo ripartiti con grandi motivazioni e questo ha fatto la differenza. Ci hanno premiati i numeri, davvero straordinari. E’ stata premiata la nostra volontà di non arrenderci mai e di fare qualcosa di storico. Poi è andata come sappiamo e questo è il nostro più grande rammarico. Il cammino dei ragazzi acquisisce ancora più valore in considerazione del fatto che, dalla serie A in giù, col girone di ritorno inizia sempre un campionato a parte. Ed è normalmente la fase più difficile di un torneo. All’inizio, quando sono arrivato, non è stato semplice perché la squadra non riusciva ad esprimere i propri valori. Lì si è vista la presenza della società che ci è stata sempre vicina senza farci mancare mai nulla. Perciò sono rammaricato anche per la dirigenza che avrebbe meritato questa soddisfazione. Di società così ce ne sono davvero poche. E’ stata una pagina magnifica scritta dalla famiglia Arzanese”.
Una società che, come noto, farà richiesta di ripescaggio.
“Ripescare l’Arzanese sarebbe una scelta giusta e saggia. Questo club non è mai incappato in problemi disciplinari ed è sempre stato un esempio di serietà e fair-play. La questione campo è una problematica che sarà risolta ma mi chiedo se, alla fine, non sia più importante accogliere in Lega Pro società sane piuttosto che club che poi non rispettano gli impegni e non pagano. I fratelli Serrao hanno fatto tanti sacrifici per l’Arzanese in mezzo a difficoltà di tutti i tipi. Basti pensare ai campi di allenamento. Abbiamo girovagato tanto prima di rientrare al De Rosa. Vi assicuro che in queste condizioni è difficile fare gruppo ma noi abbiamo superato anche questo. Siamo stati più forti di tutto e tutti. Sapevamo di essere ospiti, di avere degli orari da rispettare. Non è mai piacevole lavorare con questi assilli”.
E’ mai arrivato un momento in cui si è pentito della scelta fatta?
“No. Inizialmente, all’esterno, ne sentivo di tutti i colori. Dopo tre partite senza punti si è alzata la voce maligna di qualche collega che non era stato scelto che sosteneva che non sapevo gestire la squadra e che non ero adatto alla categoria. Questo mi ha casomai rafforzato e mi è stato di grande insegnamento. Io posso capire i malumori dei tifosi o di qualche dirigente con cui qualche volta non si può avere una certa condivisione di idee, ma è inaccettabile essere criticati da colleghi che non conoscono il gruppo, il mio lavoro, le dinamiche interne. Io mai mi sarei comportato così. Ecco perché posso andare a testa alta, ma senza portare rancore per nessuno”.
Casertana sì o no: come andrà a finire?
“Intanto essere accostato ad un club ricco di storia e blasone come quello rossoblù, è stato per me un onore. Caserta è una piazza importante dove hanno lavorato allenatori di grande livello. Ma non andrò lì. Le mie idee non combaciavano con quelle della società. Abbiamo chiacchierato, certo. Li ho ringraziati per aver pensato a me ma non ho potuto accettare”.
Priorità all’Arzanese quindi?
“Naturalmente. Sarò anche giovane ma sono di vecchio stampo. La mia priorità va a chi mi ha dato la grande possibilità di rimettermi in gioco credendo in me. Ora c’è un’amarezza comprensibile nella società ma sono fiducioso che tutto passerà. Decideremo insieme cosa fare”.

fonte: tuttomercatoweb

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