DI DARIO RONZULLI – La notte è passata. La quantomeno turbolenta giornata di ieri ci lascia in eredità un Mondiale finito troppo presto ed una rivoluzione totale a livello istituzionale. In questa Nazionale, come avevo scritto su queste pagine, riversavo moderata fiducia e per questo la mia delusione da tifoso è ancora maggiore. Butto giù qualche pensiero a mente ferma e fredda:
– Prandelli ha sbagliato tutto quello che poteva sbagliare. Non parlo delle convocazioni perché credo sia inutile tornarci su per il semplice fatto che in un contesto così credo che nessuno avrebbe cambiato l’inerzia (nota a margine: non mi è piaciuta la gestione delle esclusioni di Criscito e Rossi). Parlo del fatto che abbia letto male le partite: lo stesso impianto di gioco usato contro l’Inghilterra non poteva essere adatto contro la Costarica. E in dieci contro l’Uruguay c’era bisogno di gente più mobile di Cassano e Thiago Motta. Ed aver rinunciato ad una punta già alla fine del primo tempo è stato un messaggio negativo. Ma all’ex ct riconosco grande onestà intellettuale nell’aver ammesso il fallimento del proprio progetto tecnico;
– la stragrande maggioranza degli azzurri era in condizioni fisiche orripilanti. Non vale il discorso legato ai club perché altri protagonisti del nostro campionato sono in ottima forma. Sballata la preparazione, è evidente. Per conoscere i motivi bisognerebbe aver seguito la squadra a Coverciano sin dal primo momento ma resta il fatto che ci siamo presentati cotti prima ancora di iniziare;
– le parole di Buffon e De Rossi nel post gara sono decisamente sintomatiche del fatto che lo spogliatoio non sia stato unito. Tutti hanno visto come destinatario principale Balotelli e io sono tra questi. Prima del Mondiale ho scritto: “i compagni di maglia azzurra, soprattutto i veterani, sono con lui”. Chiaramente non lo sono più. Per aver spinto due leader a parlare così deve averla fatta grossa o più semplicemente non aver cambiato il suo atteggiamento esaurendo il bonus pazienza. L’eliminazione non è solo colpa sua, ovvio: ma è di sicuro il punto più basso della sua carriera. Deve rialzarsi quanto prima e da solo per non vedere sprecato il suo talento: è ancora pienamente in tempo;
– se dipendesse da me, il mio ct è Spalletti e il mio presidente federale è Rivera. Non abbiamo bisogno necessariamente di volti nuovi e/o giovani per guidare il nostro calcio: abbiamo bisogno di gente che ne capisca, non di chi è abbarbicato alle poltrone da N anni contribuendo allo sfascio;
– qualunque pena non sarà mai abbastanza per punire il gesto vigliacco di Suarez;
– ultimo pensiero a chi ha gufato, a chi ha esultato al gol di Godin, a chi mette in mezzo considerazioni sull’appartenenza di un giocatore a quel club piuttosto che a quell’altro: lo ammetto, non riuscirò mai a capirvi. Il tifo contro è qualcosa per me di aberrante. Liberissimi di farlo, ci mancherebbe: ma non chiamatevi sportivi o simili. Lo sport è un’altra cosa.
Dario Ronzulli