«Non mi ha chiamato nessuno». Roberto De Zerbi (35 anni) chiude con poche parole le voci che da tre giorni a questa parte stavano circolando in tv e sui siti specializzati sul calciomercato e che vedrebbero come possibile il ritorno a Foggia della «luce» (clicca qui per leggere la notizia), oggi non più calciatore ma tecnico con tanta voglia di emergere. «I rapporti con il ds Di Bari sono buoni ma non ho ho sentito nessuno dalla Puglia. Due anni fa c’è stata l’opportunità di firmare come calciatore ma non trovammo l’accordo».
NUOVA VITA – In due anni, in questi due anni, sono cambiate tantissime cose. Il Foggia è passato dalla serie d alla lega pro unica e Roberto è passato dal campo alla panchina. «E ho trovato tante differenze. Fare l’allenatore mi piace, tantissimo, anche se la prima esperienza a Darfo Boario non è stata affatto semplice. Ho preso in mano la squadra a dicembre, in una situazione a dir poco disastrosa e con solo nove punti in classifica. Al termine del campionato avevamo messo sotto sei squadre ma non è bastato per avere la meglio nei play out. L’esperienza mi è servita a confrontarmi con un gruppo di grandi e a capire come e dove posso migliorare. Voglio togliermi tante soddisfazioni nella mia nuova carriera».
FILOSOFIA DI GIOCO – A soli 35 anni Roberto ha davanti a sé una nuova vita per dimostrare il suo valore anche nelle vesti di stratega, magari sulle orme del mentore Pasquale Marino. «Con lui ho giocato diversi anni e ne ho apprezzato la capacità di costruire gioco. Al Darfo Boario sono arrivato a stagione in corso e ho dovuto fare i conti con il materiale che avevo a disposizione, ma partendo dal ritiro pre campionato punterei a un 4-3-3 con tanta voglia di dettare i tempi alla partita».
FUTURO LOMBARDO? – In cerca di una panchina per il prossimo anno De Zerbi piace a diverse squadre lombarde di serie d e, pur lasciando una porta aperta per il futuro, non vuole auto-candidarsi alla panchina del Foggia. «Io seguo sempre i rossoneri, anche a distanza. Vedo circolare nomi ai quali non riuscirei nemmeno a paragonarmi (almeno per il momento). Poi dalle vostre parti mi ricordano come calciatore, non so come potrebbero accettarmi nelle vesti di tecnico». Paura che si possa rompere il rapporto con la piazza? «No, ci mancherebbe altro, quel rapporto è indissolubile!».