Dopo un’annata come team manager nella Cavese (campionato di Serie D), Salvatore Nardi con ogni probabilità tornerà a dedicarsi a ciò che aveva fatto nelle precedenti esperienze con ottimi risultati per il settore giovanile del Napoli, ossia lo scouting di giovani calciatori. Nardi, che ha trent’anni ed è laureato in Comunicazione economica, ha già avuto delle proposte di collaborazione da società professionistiche, anche di B e di A oltre che di Lega Pro. Tra l’altro è stato anche in passato responsabile della comunicazione del Sorrento anche se la sua aspirazione è stata sempre quella di seguire i giovani calciatori, essendo stato lo stesso calciatore a discreti livelli giovanili. L’ex dirigente dei costieri parte proprio dalla posizione scomoda del Sorrento che rischia di retrocedere in D dopo aver perso 4-0 con l’Arzanese.
“Sarà un’impresa per il Sorrento riuscire a recuperare il risultato. Se dovesse retrocedere, spero possa beneficiare di un ripescaggio. Grande rammarico averlo visto perdere 4-0 sul campo dell’Arzanese, e mi dispiace perché io ho fatto parte del gruppo che ha vinto la Serie C2 e la Supercoppa, con l’accoppiata Castellano-Giglio che era a capo di quella società. Era stata la mia prima esperienza nei professionisti come dirigente, e dal settore giovanile – ricorda Nardi – sono usciti ragazzi importanti come Ciro Immobile, che oggi gioca in Nazionale, Gianmarco Fiory che è il portiere dell’Arzanese, e poi Marco Armellino della Cremonese. Su Armellino devo dire che all’epoca non era così sponsorizzato, difatti fu costretto a partire dall’Eccellenza e oggi è uno dei centrocampisti più interessanti della Lega Pro. Comunque Marco e’ l’emblema del sacrificio che dà i frutti sperati. Altri giocatore importanti delle giovanili erano Antonino Di Leva che andò alla Sampdoria ed Emanuele Cini Noya che ora ha smesso. Di quel Sorrento difficilmente dimenticherò i miei due ‘padri-presidenti’, devo molto a loro”.
Che ricordo ha di Immobile?
“Ciro è sempre stato un giocatore importante. Sono molto rimasto legato a lui, ci sentiamo quasi tutti i giorni. Anzi colgo l’occasione per fargli nuovamente e pubblicamente gli auguri per il suo matrimonio (si è sposato ieri venerdì). A marzo sono salito a Milano per vederlo in Milan-Torino e mi ha regalato un’emozione fortissima vederlo segnare. Già da quando veniva ad aggregarsi con noi in prima squadra si intuivano le qualità di un giocatore di grande prospettiva. Ricordo il mister di allora, Renato Cioffì, lo fece esordire (da qualche mese diciassettene) contro il Gallipoli in Coppa Italia al posto dell’attuale ds dell’Aversa Normanna, Gigi Molino. Negli Allievi fu capocannoniere, e poi la spuntò la Juve che lo prese”. L’esperienza a Napoli per lei come è stata? “E’ stata un’esperienza formativa: ringrazio per aver creduto in me, seppure giovanissimo, i responsabili del settore prima Caffarelli e Santoro, e poi Barresi. Quattro anni che mi hanno davvero insegnato tanto. I rapporti sono ancora tuttora ottimali, sempre in pole laddove abbia qualche giocatore interessante da segnalare”.
Lei ha visto crescere alcuni giovani come Roberto Insigne, Nicolao e Allegra.
“Preferisco parlare dei giovani che devono ancora affacciarsi: Nicolao, Insigne e Allegra hanno già debuttato da professionisti. Però tra quelli che ancora debbono affacciarsi mi viene in mente Sebastiano Luperto, il difensore che fu preso dal Lecce, su una mia segnalazione (assistetti a Salernitana-Lecce degli Allievi) e mi impressionò la sua personalità, nonostante la difesa rimase quasi inoperosa. Un altro giocatore interessante è Genny Tutino, in odore di Nazionale e prima squadra, che fu preso dalla Juve Domizia, una scuola calcio di Licola. Armando Anastasio, anch’egli prospetto molto interessante, che con Caffarelli lo adocchiammo come centrocampista centrale (ora gioca terzino) in un Materdei-Recale. Poi c’è Luca Palmiero, che è un centrocampista centrale e avrà un importante avvenire, così come Antonio Romano, altro centrocampista che Benitez ha aggregato alla prima squadra in occasione della gara con la Sampdoria. Il settore giovanile del Napoli sta migliorando anno dopo anno”.
Il suo futuro invece dove se lo vede?
“Mi hanno chiamato ed ho già incontrato alcune società importanti per chiedermi disponibilità a fare il talent scout nella prossima stagione. Prenderò una decisione alla fine dei campionati. Non sceglierò solo il nome blasonato. Perché ci sono società in Italia che operano bene pur non avendo nomi altisonanti. È fondamentale credere nei giovani. Dopo l’esperienza in prima squadra a Cava in cui avevo voglia di misurarmi con una piazza importante e con un campionato più tosto, ritornerò ad occuparmi della mia vecchia mansione. Spero che la situazione a Cava possa essere salvata. È una città che sportivamente merita altri palcoscenici”.
Altri giovani che vede in prospettiva?
“Potrei citare Cosimo La Ferrara del Milan, attaccante; Alessio Donnarumma dell’Inter, centrocampista; Gianluigi Donnarumma del Milan, portiere; Marco Castagna del Parma, centrocampista; Rolando Mandragora del Genoa, centrocampista; Giuseppe Carcatella della Sampdoria, rifinitore; Salvatore Moccia del Parma, centrocampista. Potrei continuare all’infinito. Le annate 97-98-99-00 in Campania sono state eccezionali. Poi mi ha impressionato anche Antonio Martiniello della Salernitana e il terzino sinistro Luigi D’Ignazio del Napoli, che nonostante sia un classe 1998, è già in orbita Primavera. Sono tutti campani. Proprio con tutti questi giovani a Luglio c’è un grandissimo progetto in cantiere con un amico direttore sportivo Pasquale Caputo che, se dovesse andare in porto, sareste i primi a saperlo”.
Martiniello è davvero così bravo?
“Penso di sì: lo andai a seguire 3 anni fa quasi per caso in un Real Carinaro-Isola D’Ischia. Quella partita non fu disputata perché la squadra ospite non si presentò. Il Real Carinaro decise di allenarsi e Martiniello mi fece una notevole impressione in quell’allenamento”.
fonte: tuttolegapro