Con lui, in due stagioni, il rinato club rossonero è arrivato in Prima Divisione: “Sono nato qui e inizialmente ho avvertito il peso di non poter deludere i tifosi”. Il futuro: “Se resto? Serve un progetto stimolante”.
Lo zio Ben aveva ragione. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, disse una volta al nipote Peter, quel Parker giovane cronista che si trasforma nell´Uomo Ragno. Frase illuminate per chi ama i fumetti e che un suo perché dimostra di avercelo anche nella vita reale. Calcio compreso.
Pensate a Pasquale Padalino, che qualche ragnatela dagli spogliatoi dello stadio “Zaccheria” pure l´avrà tolta quando nel 2012 gli chiesero di riportare in alto la rinata società pugliese. Ricevuto il “potere” di allenatore, lui, che a Foggia tra l´altro è nato, quella grande responsabilità l´ha avvertita da subito: “Sì, perché dovevo fare i conti con la mia passione per la maglia, per la città – dice – e con il peso della sua storia calcistica. Senza dimenticare la voglia dei tifosi di rivivere certi momenti. Poi, col tempo, è diventato tutto più normale”.
Viste le sue origini, qualcuno le aveva sconsigliato di accettare?
“No, ma se avessi seguito l´esempio di grandi tecnici avrei aspettato. Capello, tanto per fare un nome, a inizio carriera aveva avuto e rifiutato la possibilità di allenare l´Udinese nel suo Friuli”.
Foggia, Fiorentina, Bologna, Inter. Cos´ha portato in panchina della sua esperienza da calciatore?
“Negli anni della Serie A ho affrontato e giocato con molti campioni. E´ vero quando si dice che da ognuno di questi si può imparare qualcosa. Ma molto ho ricevuto anche da chi non è riuscito a lasciare il segno”.
Che calcio è il suo?
“L´obiettivo è quello di un calcio divertente, risolutivo, vincente. In questo senso l´esperienza come assistente di Giampiero Ventura ha avuto il suo peso”.
Il Foggia che allena ha tutte queste caratteristiche?
“E´ bello e sfrontato. Sono stati due anni splendidi”.
Resterà ora che il passaggio in Prima Divisione è certo?
“Faccio sempre contratti per una stagione. E resto o vado solo dove c´è un progetto stimolante. Detto questo, è ovvio che da professionista, se ce ne sarà la possibilità, valuterò le proposte che arriveranno”.
A Foggia il “progetto stimolante” c´è?
“Ci sono premesse e disponibilità a crearne. Il punto è che da tifoso non posso e non voglio deludere”.
Promozione a parte, in questa stagione qual è stata la sua scommessa vincente?
“Il centrocampista Giuseppe Agostinone. Anche lui è nato a Foggia e qui aveva giocato già nel 2010-2011 con Zeman. Lo avevano criticato e quasi dimenticato. Ha fatto una grande stagione, e oggi me ne riconoscono il merito”.
“Fuggi da Foggia, non per Foggia ma per i foggiani”. Al Sud, isole comprese, è una delle frasi più ricorrenti nel manuale del campanilismo. Che c´è di vero?
“Qualche limite, come tutti, ce l´abbiamo. Vede, questa è una popolazione che a volte si fa del male da sola. Di pregi ne abbiamo tanti, e questo spiega come da qui siano venuti fuori personaggi come Renzo Arbore oppure il suo collega Franco Ordine. Eppure ci si accontenta. Ecco, c´è chi potrebbe e dovrebbe fare di più”.
Fonte: sport.sky.it