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11 Luglio 2025
Foggia Calcio

Mercato senza soldi. Regalia: “Stadi vuoti e addio alla Seconda Divisione peggioreranno le cose”

Il nostro calcio è sempre più all´insegna del “vorrei ma non posso”. Metafora all´apparenza banale per sottolineare come le casse delle società italiane siano sempre più vuote in confronto a quelle delle principali big inglesi, spagnole e tedesche. Una crisi economica che si ripercuote, inevitabilmente, sulle operazioni di mercato delle nostre compagini. Ecco allora che non bisogna meravigliarsi se nell´ultimo biennio si sono registrati ben 2.533 trasferimenti, più della metà dei quali (esattamente il 51%) sviluppati però con la formula del prestito. Ovvero a zero euro. Solo un terzo delle trattative ha visto esborsi di denaro.

Ad analizzare il fenomeno un decano del mercato come Carlo Regalia, presidente dell´A.Di.Se, l´Associazione italiana dei direttori sportivi: “La crisi economica vieta a molti club di giocare al rialzo. I prestiti ci sono sempre stati, ma è cambiata la qualità del calciatore che viene acquisito a titolo temporaneo. Una volta accadeva solo per i piccoli club, che acquisivano dalle big giovani promesse da valorizzare; adesso invece la formula riguarda anche i grandi club, che si accollano scarti di altre squadre in quanto non possono acquistare i loro cartellini. Non mi meraviglio che un Livorno prende Mbaye e Bardi dall´Inter: ciò è sempre successo. Più singolare che la Fiorentina lo faccia con Matri o il Milan con Taarabat e Rami, che non rientravano più nei piani di Fulham e Valencia”.

Si punta dunque soprattutto a non spendere, cercando di trovare qualche occasione gratuita che si riveli poi anche un buon affare. “Nel breve è difficile che le cose possano cambiare”, prosegue Regalia.”Una volta il calciatore restava vincolato al minimo di stipendio anche dopo la scadenza di un contratto: ciò dava forza alle società e poteva permettere di avere potere patrimoniale e contrattuale. Oggi, con la riforma Bosman e lo svincolo operativo, è impossibile trattenere un calciatore anche a un anno dalla scadenza. Oltretutto ora comandano i giocatori e i procuratori, perciò non si possono neanche calmierare i prezzi degli emolumenti mediante un salary-cap: quando i contratti vanno in scadenza, da ogni latitudine arrivano proposte e i calciatori giocano al rialzo. Basti pensare a giocatori di buon livello, accasatesi con contratti milionari a parametro zero in grandi club. In Italia ricordo ad esempio Flamini: era un buon giocatore dell´Arsenal e i rossoneri a parametro zero fecero al francese un contratto principesco (triennale da 4,7 milioni netti all´anno, ndr)”.

Si ricorre insomma al prestito o al parametro zero perché non si ha più disponibilità economica. Una realtà destinata a essere ulteriormente amplificata in futuro da un ulteriore fattore: “Ora sparirà il campionato di Seconda Divisione in Lega Pro”, avverte Regalia, “e perciò rimarranno sempre più giocatori a spasso. Tutti calciatori acquistabili a parametro zero, alcuni dei quali da parte di club di Serie A per poi farli girare nelle categorie inferiori in compartecipazione, in modo da strappare piccole plusvalenze. Faccio una domanda: se posso acquistare un calciatore a parametro zero, perchè dovrei acquistarne uno dello stello livello a pagamento da un´altra squadra?”. La risposta sta anche e soprattutto nei bilanci in rosso dei nostri club, con i diritti Tv che da soli non bastano e con un pubblico in continua fuga dagli stadi: “Oggi i tifosi sono diminuiti sensibilmente in Serie A”, conclude Regalia, “ma sono addirittura spariti nelle categorie inferiori. La gente non va più a vedere le partite dal vivo. Il Palermo sta dominando la Serie B e al Barbera non si contano più di 7-8 mila persone. E non parliamo poi della Lega Pro, dove salvo qualche rara eccezione si fatica ad arrivare a mille spettatori a gara”.

Fonte: Panorama

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