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2 Giugno 2023
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VIDEO – E le nostre stanno a guardare (o quasi)

 

DI DARIO RONZULLI – È aprile e come tutti gli anni le coppe europee del calcio entrano nel vivo. E come accade spesso da molti anni a questa parte le squadre italiane rappresentano, in termini di percantuale, una piccola parte di coloro che sono rimaste in corsa. Quest’anno tocca alla Juve in solitaria, dopo che l’anno scorso oltre ai bianconeri in Champions c’era la Lazio in Europa League. Per apprezzare meglio il degrado del nostro calcio ecco una utile tabella relativa alle ultime sette stagioni (due in più rispetto alle cinque che l’UEFA prende in considerazione per il suo ranking):

2013-2014
Quarti Champions: nessuna
Quarti Europa League: Juventus

2012-2013
Quarti Champions: Juventus (eliminata)
Quarti Europa League: Lazio (eliminata)

2011-2012
Quarti Champions: Milan (eliminato)
Quarti Europa League: nessuna

2010-2011
Quarti Champions: Inter (eliminata)
Quarti Europa League: nessuna

2009-2010
Quarti Champions: Inter (Campione)
Quarti Europa League: nessuna

2008-2009
Quarti Champions: nessuna
Quarti Coppa UEFA: Udinese (eliminata)

2007-2008
Quarti Champions: Roma (eliminata)
Quarti Coppa UEFA: Fiorentina (eliminata in semifinale)

Ma che meraviglia! E per il vostro bene evito di scrivere riferimenti ai turni precedenti di Europa League/Coppa UEFA. In definitiva nelle sei stagioni precedenti all’attuale abbiamo avuto una squadra campione, la straordinaria Inter di Mourinho, e una in semifinale, la molto bella a vedersi Fiorentina di Prandelli. Nessuna delle due, per motivi diversi, è stata capace di aprire un qualsivoglia ciclo (uscire dalla Champions prendendo 5 gol in casa dallo Schalke non è il massimo della vita). Poi abbiamo preso sonore sconfitte sia dalle big – Bayern, Barcellona, Manchester United – sia dalle medie che dalle piccole o piccolissime: valga per tutti il Thun (chiiii???) che ha buttato fuori il Palermo.

Chiuso il quaderno delle doglianze, sarà possibile un cambio di rotta? Io spero di sì ma dovrà passare necessariamente da un cambiamento di mentalità. Soprattutto in chi partecipa all’Europa League: sarà anche una coppa minore, porterà anche meno soldi rispetto alla Champions ma è pur sempre una manifestazione internazionale. Porta esperienza, prestigio, abitudine alle grandi sfide e punti ranking. Non solo a quello italiano ma anche a quello delle singole squadre: è una banalità ma vale la pena ribadirlo. Esempio: il Napoli, che per inciso ha fatto un’ottima Champions, è capitato in un girone di ferro anche perché ha fatto malissimo l’anno scorso con il Viktoria Plzen – buona squadra ma non l’Ajax di Cruijff – e si presentato al sorteggio con una posizione bassissima.
Urge affrontare le partite oltre confine con più serietà, anche se riconosco che ci siano stati dei segnali positivi in tale direzione. Ovviamente non basterà per risanare il calcio nostrano ma da qualche parte bisogna pur partire e questa mi sembra la strada più “semplice”.

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Dario Ronzulli

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