28 Aprile 2025
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La fatal Corea che fece vergognare l’Italia

RuggieroAlborea

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DI RUGGIERO ALBOREA – Ciao a tutti, torna l’appuntamento settimanale “A spasso nel tempo”, purtroppo in coincidenza di una sconfitta, l’inatteso 1-0 subito dal Foggia a Gavorrano. Inatteso perché, data la diversa posizione in classifica delle 2 squadre (14 posti di differenza e 21 punti in più per i rossoneri), non ci si attendeva una così negativa debacle. Di certo, nel Foggia, hanno pesato le assenze e l’espulsione di Pambianchi dopo pochi minuti di gioco, che ha regalato – inopportunamente – il vantaggio di un uomo alla squadra avversaria. Nel 1966, ai mondiali inglesi, anche l’Italia subì una sconfitta per 1-0 del tutto inattesa, in quel caso addirittura contro una squadra di dilettanti: era la Corea del Nord, che, sconfiggendo gli Azzurri, li eliminò dalla corsa al terzo titolo mondiale. E, anche 48 anni fa, la squadra favorita ne fece di regali agli avversari…

Ma andiamo con ordine. L’Italia arriva ai Campionati del Mondo di Inghilterra ’66 come una delle favorite, forte dei trionfi internazionali del Milan di Rocco e dell’Inter di Herrera, dopo aver eliminato nel girone di qualificazione Finlandia, Polonia e Scozia. Sorteggiata nel gruppo 4, l’Italia giunge al match con la Corea del Nord dopo aver sconfitto 2-0 il Cile e perso 1-0 con l’Unione Sovietica. I nordcoreani, dal canto loro, sono alla prima qualificazione mondiale, ottenuta dopo aver eliminato l’Australia in uno spareggio; perdono il primo match della fase finale contro l’URSS e pareggiano il secondo 1-1 contro il Cile. Alla vigilia del match di Middlesbrough, gli Azzurri sanno che per qualificarsi ai quarti di finale sarà loro sufficiente pareggiare contro i modesti avversari asiatici.

Qui, però, dobbiamo tornare indietro al momento in cui Fabbri comincia a costruire il gruppo azzurro, nel 1962 dopo la disfatta ai mondiali cileni. Il C.T., piuttosto che selezionare di volta in volta i migliori elementi del campionato, decide di puntare su un gruppo di uomini e portarli avanti uniti, anche a discapito di eventuali nuovi valori emersi dalla serie A. Succede così che il gruppo venga costruito intorno al Bologna di Fulvio Bernardini, mentre alcune delle stelle dell’Inter – Picchi e Corso su tutti – rimangano escluse dal giro della nazionale; lo stesso Gigi Riva, bomber emergente del Cagliari, non figura tra i 22 convocati e viene aggregato al gruppo come “turista” per acquisire esperienza. Mazzola, poi, viene schierato da centravanti e non da mezzala offensiva, come invece giocava nell’Inter, in modo da consentire il contemporaneo utilizzo del bolognese Bulgarelli.

E siamo quindi al 19 luglio 1966, il giorno di Italia-Corea del Nord presso lo stadio Ayresome Park di Middlesbrough. Il primo errore l’Italia lo commette prima ancora di scendere in campo: Bulgarelli è dolorante a un ginocchio dopo la partita con l’Unione Sovietica ma viene inserito lo stesso nella formazione titolare; quando l’infortunio si aggrava il bolognese è costretto a uscire, costringendo l’Italia in 10, visto che le sostituzioni non erano ancora consentite. Nel frattempo gli Azzurri falliscono già tre importanti occasioni da rete con Perani, anche grazie all’attento portiere asiatico Li Chan Myung. Al 42′ la beffa: Pak Doo Ik riceve palla da centrocampo e indovina un preciso diagonale che batte Albertosi, portando i nordcoreani in vantaggio. Nella ripresa, pur in inferiorità numerica, l’Italia ha però numerose occasioni per ristabilire la parità: Barison calcia fuori, Rivera viene fermato dal portiere avversario, poi Fogli ci prova senza successo con un colpo di testa sugli sviluppi di un calcio d’angolo. Ancora Barison e Perani, nel finale, falliscono più volte l’1-1 mentre la Corea del Nord non riesce a concretizzare due rapidi contropiedi. Quando al 90′ l’arbitro francese Schwinte sancisce la fine del match i giocatori dell’Italia sono increduli per quanto accaduto: è la più clamorosa delle eliminazioni azzurre ai mondiali e da quel momento in poi – per indicare una clamorosa disfatta sportiva – si utilizza spesso la frase “è stata una nuova Corea”.

Al ritorno a casa, la spedizione tricolore verrà accolta all’aeroporto di Genova dal lancio di pomodori e ortaggi assortiti, per punire quella che molti quotidiani definirono “vergogna”. Il C.T. Fabbri lascerà l’incarico al suo secondo, Ferruccio Valcareggi, con il quale l’Italia si aggiudicherà gli Europei 1968 e si classificherà seconda ai Mondiali 1970, a dimostrazione che il gruppo azzurro era molto più forte di quanto dimostrato nel tracollo di Middlesbrough. La Corea invece terminerà la sua corsa, eliminata dal Portogallo nei quarti per 5-3, ma dopo essere stata in vantaggio 3-0; non si qualificherà più a un Campionato del Mondo fino al 2010, quando in Sudafrica uscirà al primo turno. Pak Doo Ik, che al contrario di quanto si raccontò nel 1966 non era affatto dentista, svolse per anni la professione di docente di educazione fisica diventando poi selezionatore della nazionale olimpica a Montreal 1976; oggi vive alla periferia di Pyongyang ed è considerato uno dei 5 personaggi più importanti della capitale asiatica.

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