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14 Febbraio 2025
Blog Cuore Rossonero

Foggia, riaccendi la luce del tuo Zaccheria

DI PEPPINO BALDASSARRE – Aver compagni al duol scema la pena….subito dopo il triplice fischio di Gavorrano è pervenuta la notizia del suicidio interno del Chieti contro il Sorrento, ragion per cui il distacco del FOGGIA sulla nona rimaneva ad otto punti con una partita in meno da giocare. In pratica conservare intatto il vantaggio di otto punti nelle prossime cinque gare promuoverebbe il FOGGIA con due turni di anticipo. Magrissima consolazione, l’amarezza in Maremma è stata tanta, la figuraccia è stata emblematica. Oltre al Chieti, un po’ tutte le migliori del girone hanno segnato il passo, delle squadre che domenica mattina occupavano la classifica dal primo al dodicesimo posto nessuna ha vinto. Il FOGGIA quindi ha sciupato un’altra grande occasione per nobilitare maggiormente il suo campionato ma sembra un FOGGIA indebolito dopo il mercato di gennaio.

A Gavorrano bisognava fare di necessità virtù con le contemporanee assenze di Agnelli e Quinto. Nessuno però si aspettava la mancanza di Loiacono nell’undici titolare invece, proprio Pambianchi, ha tradito la fiducia del suo allenatore facendosi prima sorprendere da Zizzari e poi facendosi mandare nello spogliatoio anzitempo dal direttore di gara lasciando i compagni in dieci per oltre ottanta minuti. Male, molto male, per giunta la rete toscana ricorda molto il colpo di testa di Marolda del Melfi. Ahinoi, siamo deboli. Inoltre fa molto meditare la stranezza del trentaquattrenne Colombaretti che corre e lotta, da par suo, su ogni pallone mentre, chi è stato partorito un decennio dopo, a stento corricchia sul rettangolo verde. Povero FOGGIA, nei minuti finali chi non era in possesso di palla sembrava una statuina del presepe mentre gli avversari non in possesso di palla raddoppiavano e triplicavano le marcature impedendo al FOGGIA di appropinquarsi all’area di rigore avversaria.

L’allenatore, forse troppo tardi, ha inserito Leonetti. D’accordo non è e, forse, non sarà mai un granchè ma, perlomeno, ha dato una scossa positiva all’attacco rossonero dopo che Venitucci era uscito esausto per aver giocato con soli nove compagni per oltre un’ora. Perchè l’allenatore non ha tenuto conto della stanchezza di chi per un’ora ha giocato in inferiorità numerica? Perchè il primo cambio, nonostante il materiale umano in panchina di scarsissimo valore, non è stato fatto al 60′ di giuoco? Quel che è peggio e che, più di ogni altra considerazione, deve farci riflettere non poco è che ad inizio secondo tempo una squadra prevaleva sull’altra con una rete di vantaggio; orbene, come mai il portiere di chi perdeva ha effettuato almeno cinque parate decisive e di difficile fattura mentre l’altro portiere che vinceva ha soltanto effettuato le rimesse dal fondo? Questo è il nocciolo della questione, questo è il motivo principale per il quale abbiamo perso a Gavorrano in casa del fanalino di coda.

Ora la speranza è che, come dopo Ischia, è arrivato il successo col Cosenza, almeno si riesca a pareggiare con la capolista Casertana. Dopo ogni Caporetto, c’è sempre una Vittorio Veneto ed il FOGGIA non può e non deve gettare alle ortiche un campionato già vinto come fece per esempio nel 1988 con Marchioro. I rossoblù di Terra di Lavoro sono una compagine coriacea e zeppa di calciatori di categoria superiore. In questa stagione il FOGGIA li ha affrontati già due volte in trasferta rimediando due pareggi importanti a reti inviolate, con Ugolotti nostra recente conoscenza si gioca meglio in trasferta che non in casa, vedremo cosa sarà capace di fare il FOGGIA nell’ora della Prima Vigilia che gli antichi romani fissavano appunto alle ore 18 attuali. C’è poco da aggiungere, tocca a chi va in campo portare risultati concreti alla causa rossonera, sempre che se ne abbia la voglia, la forza e la capacità che in Toscana latitavano abbondantemente.

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