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DI RUGGIERO ALBOREA – Ciao a tutti, il Foggia vince 1-0 contro il Chieti e aumenta i punti di vantaggio sull’ottavo posto, facendo un gradito regalo di Natale ai propri tifosi. Oggi, con il nostro viaggio “A spasso nel tempo”, vi racconterò un’altra storia natalizia, lontana ben 99 anni e accaduta all’inizio della Prima Guerra Mondiale. E’ una storia di sangue, lacrime e morte, ma anche di amicizia, sport e fratellanza e ha come protagonisti i militari britannici e tedeschi che si fronteggiavano in quei giorni in Belgio: è la storia della “Partita di Natale” disputata il 25 dicembre 1914 fra Germania e Inghilterra.
Il 28 giugno 1914 l’assassinio dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando era stato la causa scatenante del primo conflitto mondiale; le potenze dell’Europa Centrale (Germania e Austria-Ungheria su tutte) credevano di poter chiudere la guerra rapidamente. Iniziò così l’invasione del Belgio da parte delle truppe tedesche che contavano di calare in meno di 6 settimane su Parigi, assoggettando la Francia. Così non fu e la resistenza incontrata lungo l’avanzata trasformò il conflitto-lampo in una lenta e logorante guerra di trincea.
La notte del 24 dicembre, nei pressi della cittadina di Ypres, in Belgio, accade uno degli episodi più commoventi dell’intero conflitto: i soldati tedeschi sistemano delle piccole candele accese sugli alberi e sui bordi delle trincee a simboleggiare le luci di Natale. Poi cominciano a cantare “Stille Nacht”, la nostra “Astro del ciel”; dalla parte inglese, anche i soldati di Sua Maestà intonano cori nella loro lingua e, per una notte, i fucili e le mitragliatrici tacciono lasciando il posto a canti di gioia e amicizia. La mattina seguente, il giorno di Natale, i più coraggiosi escono dalle trincee ed entrano nella “terra di nessuno”, lo spazio di 30-40 metri che separa i 2 opposti schieramenti. Ed accade qualcosa di ancora più inaspettato: uno scambio reciproco di doni, a base di whisky e grappa, sigarette e cioccolata.
E poi spunta fuori un pallone… In realtà non è un vero pallone, è fatto di stracci e vestiti legati con lo spago, mentre le 2 porte vengono delimitate da pile di cappotti, proprio come nelle partite in strada che tutti abbiamo giocato da bambini. Comincia così la più impensabile partita di calcio della storia, disputata fra una rappresentativa tedesca, costituita da un reggimento sassone, e una inglese, per la verità infarcita di soldati scozzesi (inglesi e scozzesi compagni su un campo da calcio, anche questa una bella sorpresa!). Il match termina 3-2 per la Germania ed ovviamente nessuno ha mai conosciuto i nomi dei marcatori né i minuti delle segnature. Le poche informazioni giunte sino a noi parlano però di una espulsione: un soldato inglese allontanato dai suoi stessi compagni di squadra perché troppo falloso e punito con l’obbligo di rasare i capelli ai giocatori avversari.
L’evento venne tenuto segreto per diversi giorni perché i comandanti ritenevano disdicevoli gli episodi di amicizia fra soldati che avrebbero dovuto tentare di uccidersi, anziché giocare a pallone; ma poi le prime lettere e i primi racconti cominciarono ad arrivare a casa e il New York Times fu il primo quotidiano a riportare la notizia della “Tregua di Natale”. L’anno successivo, il 25 dicembre 1915, andò in scena la rivincita, ancora una volta fra militari tedeschi e inglesi, ma questa volta il match non ebbe termine, interrotto dagli ufficiali che richiamarono all’ordine i propri sottoposti vietando ogni situazione di possibile fraternità. Da quel momento in poi i bombardamenti più massacranti vennero organizzati proprio a cavallo delle festività natalizie: mai più ci sarebbe stata una “Partita di Natale”.
La Prima Guerra Mondiale è terminata ufficialmente l’11 novembre 1918 causando oltre 16 milioni di morti. Esattamente 90 anni dopo, nel 2008, a Frelinghien, cittadina di confine tra Francia e Belgio, è stato inaugurato un monumento dedicato alla “Tregua di Natale”: perché una partita di pallone, a volte, può unire anche due popoli che si stanno facendo la guerra.
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