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DI RUGGIERO ALBOREA – Ciao a tutti, continua a correre il Foggia, corsaro in quel di Poggibonsi grazie alla rete di Giuseppe Giglio che regala l’1-0 e la vittoria ai rossoneri. Oggi il nostro viaggio “A spasso nel tempo” ci porterà indietro di pochi anni, appena 9, fino alla estate del 2004, quando una impronosticabile vittoria in trasferta per 1-0 ha coronato uno dei più incredibili Campionati Europei che la storia del calcio ricordi: il 4 luglio 2004, sconfiggendo i padroni di casa del Portogallo, la Grecia diventava Campione d’Europa per la prima volta nella sua storia. Eppure all’inizio della competizione, 3 settimane prima, non era certo tra le favorite, non avendo mai vinto neppure 1 partita nelle fasi finali delle grandi competizioni internazionali a cui aveva partecipato (Europei 1980 e Mondiali 1994). Peggio di loro, secondo i bookmakers, solo la sorprendente Lettonia, qualificatasi dopo aver sconfitto negli spareggi la Turchia, terza ai mondiali asiatici del 2002. A complicare il cammino degli ellenici si era messa anche la dea bendata, che nel sorteggio di Lisbona li inserisce nel gruppo A insieme ai lusitani padroni di casa, alla Spagna che comincia ad affacciarsi da protagonista sui grandi palcoscenici internazionali e alla indecifrabile Russia di Georgij Jarcev.
Ma la storia, questa volta, ha deciso di seguire un altro percorso e lo si capisce fin da subito, quando nella partita inaugurale disputata nel nuovissimo Estadio do Dragao di Oporto la nazionale greca ottiene la prima vittoria, quella che attendeva dal 1980, sconfiggendo, fra la sorpresa generale, proprio il Portogallo: 2-1 con le reti di Karagounis e Basinas su rigore che rendono inutile la segnatura al 90′ del 19enne Cristiano Ronaldo. Nel secondo match i greci riescono a fermare la Spagna (Charisteas risponde al vantaggio iberico di Morientes), mentre nella partita conclusiva della prima fase vengono addirittura sconfitti dalla Russia per 2-1: dopo le segnature russe di Kiricenko e Bulykin, però, il gol del fiorentino Zisis Vryzas regala alla Grecia la rete che la qualifica ai danni della Spagna, che chiude a pari punti ma con meno gol segnati. Nei quarti la Grecia sconfigge la Francia in quello che è un vero capolavoro tattico dell’allenatore Otto Rehhagel: pressing asfissiante e controllo del match, culminati con la rete della vittoria di Charisteas. E dire che la federazione ellenica aveva già disdetto l’albergo e prenotato l’aereo del rientro, non credendo affatto nell’impresa contro i transalpini di Zidane, Henry e Trezeguet! In semifinale arriva un’altra vittoria a sorpresa, questa volta contro la Repubblica Ceca, vittoriosa in tutte le partite disputate fino a quel momento: dopo aver subito per buona parte del match, i greci vincono grazie all’unico “silver goal” nella storia del calcio, realizzato alla fine del primo tempo supplementare dal difensore della Roma Traianos Dellas, che sancisce il termine dell’incontro al minuto 105.
Si arriva così alla finale di Lisbona, 4 luglio 2004, Estadio da Luz. Dopo 22 giorni è ancora Portogallo-Grecia, unico caso nella storia degli europei in cui il match finale coincide con quello inaugurale. I padroni di casa giungono all’epilogo con i favori del pronostico e sulle ali dell’entusiasmo, avendo eliminato l’Inghilterra nei quarti e l’Olanda in semifinale; la sconfitta all’esordio sembra solo un lontano ricordo, eppure un campanello d’allarme dovrebbe suonare… Il primo tempo è bloccato, con i difensori greci che non danno tregua agli uomini di maggiore fantasia del Portogallo – Figo e Ronaldo – e al centravanti Pauleta, marcato rigorosamente a uomo da Kapsis; da segnalare solo una conclusione di Miguel al 13′ respinta da Nikopolidis e un tiro dalla distanza di Maniche al 24′. Nella ripresa, quando tutti si aspettano l’affondo portoghese, ecco il vantaggio della Grecia: al 57′ Basinas batte un calcio d’angolo verso il centro-area, Charisteas stacca di testa e realizza l’1-0. Ora il Portogallo è disorientato, mister Scolari manda in campo anche Rui Costa e Nuno Gomes, ma è la Grecia a sfiorare il raddoppio con Giannakopoulos; poi al 75′ Cristiano Ronaldo, solo davanti al portiere, fallisce il pareggio. La Grecia erige una muraglia davanti a Nikopolidis e resiste ai tentativi finali di Ricardo Carvalho e Figo, proprio allo scadere. Poco prima delle 22, il triplice fischio di Markus Merk sancisce la fine delle ostilità e il trionfo greco. Theodoros Zagorakis solleva la coppa “Henri Delaunay” sotto il cielo di Lisbona: la Grecia è per la prima volta nell’Olimpo del calcio!
Nella nazionale ellenica molti giocatori erano già saliti alla ribalta internazionale, come l’interista Karagounis, il 33enne portiere Nikopolidis e l’autore del gol decisivo, Angelos Charisteas, che ha trascorso buona parte della sua carriera in Germania e Olanda; altri sarebbero invece diventati famosi proprio grazie a quel trionfo, come Seitaridis e Katsouranis, entrambi trasferitisi in squadre portoghesi (il primo al Porto, il secondo al Benfica). Capitan Zagorakis venne eletto miglior giocatore del torneo e passò al Bologna, che al termine della stagione successiva sarebbe retrocesso in serie B nonostante l’ottimo contributo del calciatore greco. Dopo quel trionfo la nazionale ellenica non è più riuscita ad ottenere risultati di rilievo nelle manifestazioni internazionali e in una sola occasione ha superato il primo turno, agli Europei 2012, quando è stata sconfitta nei quarti di finale dalla Germania. Kostas Katsouranis milita ancora nella nazionale greca di cui Giorgos Karagounis è diventato capitano: entrambi – gli unici fra gli eroi del 2004 – disputeranno la prossima estate il Campionato del Mondo in Brasile.
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