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24 Giugno 2025
Foggia Calcio

Puglia, l’ultimo calcio in classifica. Ecco le statistiche peggiori d’Italia

calcetto

La media punti dal Bari in giù mette a nudo crisi ed errori delle squadre regionali

BARI — Dove non arrivano i giudizi, opinabili, ecco i numeri: (im)pietosi quanto un’estrema unzione. Al parziale di due mesi di campionati, non c’è calcio in Italia che stia messo peggio di quello pugliese. La sentenza, transitoria e quindi passibile di appello, non si basa su valutazioni epidermiche né si fonda, nella fattispecie, sui supplizi societari del Bari o sulla problematicità del Lecce a rialzarsi dopo il tornado scommesse. Sommario di gestioni avventurose e talvolta affidate a custodi tecnici inadeguati, a parlar male provvedono i risultati. Gli stessi che, nella media ricavata dal confronto tra partite giocate e punti guadagnati, pongono la Puglia al penultimo gradino di una classifica centrata sui quattro principali campionati (serie A, serie B, Prima e Seconda divisione). Penultimo gradino non significa maglia nera, obietterebbe qualcuno. In realtà, però, è come se la maglia fosse nerissima visto che in coda alla graduatoria c’è la Sardegna con un valore inferiore di un’inezia (0,94 punti a gara contro 0,95) e l’attenuante per niente generica spiattellata dal Cagliari che, prima del match con il Bologna (peraltro non calcolato in questa hit così come le altre sette sfide di A di ieri sera), aveva disputato un solo incontro davanti ai suoi tifosi del Sant’Elia.

Postilla a parte, è il campo a riportare una crisi che già si appalesa con la sottigliezza di squadre (cinque) presenti nei tornei più importanti e che stride con l’abbondanza apparecchiata da regioni vicine (12 la Campania) e lontane (13 la Toscana e l’Emilia Romagna, 17 addirittura la Lombardia). Il dato, noto in partenza, non incide comunque sulla composizione di una classifica comprovata dalla qualità del prodotto e non dalla quantità della partecipazione. Per conferma, a parità di condizione il calcio di Puglia rimedia una figuraccia nel confronto con le cinque compagini di Lazio e Abruzzo, dalle quali viene quasi doppiato (medie di 1,78 e 1,73 punti a partita contro lo 0,95 di cui sopra). Persino con la Calabria, terra che non vanta certamente il background pedatorio pugliese, il paragone è disarmante: l’importo delle 48 partite giocate da Crotone, Reggina, Catanzaro, Lamezia e Cosenza dà 76 punti, per un quoziente di 1,56 punti ogni 90 minuti; l’ammontare delle 46 gare affrontate da Bari, Lecce, Barletta, Foggia e Martina è invece 44 punti, sotto la soglia del punto a incontro. Non serve aggiungere commenti, se non andare nel dettaglio. E dire che il contegno maggiore, finora, l’ha tenuto il Foggia incasellando 11 punti in 9 partite e dispensando, soprattutto nelle ultime apparizioni, incoraggianti segnali di crescita che premiano il buon lavoro del presidente Pelusi e dei suoi soci. Anche il Lecce è in timida ripresa, dopo un avvio costellato di sconfitte pesanti. Inducono a cattivi pensieri, di converso, la regressione del Bari (un punto negli ultimi cinque turni), lo stallo del Barletta (tre punti appena conquistati), lo scivolamento del Martina in zona retrocessione. Spie, tutte, di un movimento in fase di recessione acuta, appesantito da debiti e incompetenza, dominato da indolenza e improvvisazione. La fotografia, al momento, del calcio messo peggio in Italia.

fonte: corriere del mezzogiorno

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