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DI PEPPINO BALDASSARRE – Indenni da Cosenza, punto importante e pesante preso in Calabria in casa della capolista. Inoltre c’è anche la soddisfazione di avere il capocannoniere del campionato con Cavallaro a sei reti. Però non basta, non basta ancora per essere ottavi, mancano i punti in casa e novembre è arrivato con una sola trasferta proibitiva, quasi da missione impossibile, e con tre gare interne da sfruttare al massimo. Sono questi i temi sui quali disserteremo, ovviamente iniziando da Cosenza, anzi dalla sciocca espulsione di Pambianchi per doppio giallo. Quella è stata la svolta della gara che ha illuso il Cosenza di avere già stravinto e che ha visto il FOGGIA mutare dalla notte al giorno. Inutile ripetere che noi per segnare dobbiamo costruire gioco, provarci più volte e non è per niente facile. Gli altri ci segnano perchè li omaggiamo e continuiamo a farlo. A gennaio urge un forte difensore che sappia comandare bene il pacchetto arretrato che si giochi a tre o a quattro il difensore insuperabile occorre. In dieci contro undici il FOGGIA ha dato il meglio di sè. In un nanosecondo Padalino ha ordinato il 4-4-1. Il Cosenza non è esistito più. Difesa a 4 per non soccombere di goleada nei primi 45 minuiti, con un immane sacrificio per Agostinone e D’Allocco, bravi ad immedesimarsi nel ruolo di terzino. Voi direte che esageriamo, che in fondo sono andati a svolgere il loro compitino solo 35 metri dietro. Allora provate a perder palla 35 metri più avanti o più indietro e poi vediamo l’effetto che fa citando lo Jannacci. Anche Venitucci e Cavallaro sono dovuti arretrare sulle fasce a centrocampo, mentre Giglio da solo ha fatto reparto, lavorando per due ed in pratica annullando l’inferiorità numerica. Bravo Padalino, ma bravi pure i calciatori. Il miglior progettista del mondo se non ha maestranze che dalla carta mettono in atto e realizzano il progetto non potrebbe avere mai successo. Pasquale Padalino dopo la straordinaria impresa del girone di ritorno dello scorso anno, sta dando molto al FOGGIA anche in II Divisione, categoria nella quale pochissimi allenatori danno una precisa fisionomia alle loro compagini. Di solito chi è in testa lo è perchè ha dei giocatori di categoria superiore che risolvono con una giocata episodica ogni problema. Padalino ha un modo diverso di schierare la squadra chiamata a giocare palla a terra, con tutti i rischi che vanno dall’errore madornale del centrale di difesa a tre, alla difficoltà di giocare nel fango del generale inverno che verrà, ma che temprerà i nostri fino al gioco velocissimo di primavera. Tra gli allenatori del FOGGIA, Padalino è ormai al 15° posto con 45 panchine che hanno fruttato 18 vittorie, altrettanti pareggi e 9 sconfitte. La differenza reti è +22 derivata dal 69-47. I punti totalizzati sono 72 con una media di 1,60, giusto quella che ci occorre per arrivare ottavi ai presunti 50 punti, per la precisione è 1,56. Il 14° allenatore è Burgnich con 51 panchine, mentre dietro Padalino ci sono Rubino, Maldini e Giorgis. Cavallaro invece è capocannoniere in compagnia di un calciatore del Castel Rigone. Morale della favola: i campionati si vincono in attacco, ma si perdono in difesa. Al momento infatti nè il FOGGIA, nè il Castel Rigone sono tra le prime otto. Con la sesta marcatura Cavallaro è al 150° posto nella classifica marcatori del FOGGIA di sempre, dove raggiunge a sei reti Axeldal, Baldi A., Barbuti, Cardinale, Codispoti, Crialesi, Fiorindi, Galante, Gori, Gorini, Leonetti, Marchiani, Menchetti, Montelli, Rosso S., Troianiello, Turella, Valentini, Venitucci, Luigi Villa, Silvano Villa, Volpi e Zappaterra. Ora però pensiamo al Gavorrano. In casa occorre vincere. Infatti è in casa che il FOGGIA ha inguaiato la sua media inglese fino ad ora. Il meno 6 è frutto della somma algebrica del meno 7 casalingo con il più uno esterno. Non serve aggiungere altro. La squadra del Gavorrano rappresenta un comune maremmano di circa 9.000 anime. Entrerebbero tutte allo Zaccheria, ma solo quando non c’è la partita. Se gioca il FOGGIA al massimo 4.400 possono entrare, con danno economico alla società per mancati incassi e danno morale alla squadra che non può essere incitata a dovere. Un vivo ringraziamento a chi promette e non mantiene!