– Cinque squalificati e 10mila euro di multa. E’ il bilancio, pesantissimo, del post-gara per il Messina, dopo il pareggio interno con il Melfi. A farne le spese tra i giallorossi anche il direttore sportivo, Fabrizio Ferrigno, inibito fino al 31 marzo. TuttoLegaPro.com lo ha intervistato in esclusiva.
Quanto accaduto sabato sembra grave…
“Sono senza parole. Leggendo il tabellino sembra di aver assistito all’inferno. Poi, guardando le immagini, si capisce che c’è qualcosa che non va. L’arbitro Marinelli di Tivoli ha offeso non solo la società, ma anche tutta la città di Messina scrivendo boiate. L’arbitro ha continuato l’opera iniziata sabato, potremmo smontare in due secondi quanto scritto nel referto. E’ un esaltato, non è la prima volta che fa dei casini del genere. Sportivamente parlando è un kamikaze. Fossi nell’AIA mi guarderei bene dal mandarlo sui campi”.
Quindi farete ricorso?
“Certamente, ma non so che valenza potrà avere. Purtroppo è una lotta tra Davide e Golia, la nostra parola contro la sua. Il referto arbitrale in questo caso è legge. Chiedo agli ordini giuridici di andare a vedere le immagini che gli invieremo, magari insieme ad altre sue partite passate. Così si capirà chi ha esagerato tra me e lui. Spero solo di non incontrarlo più sulla nostra strada e che non scenda in campo fino al 31 marzo, subendo lo stesso mio periodo di squalifica. Lo manderei ad arbitrare i bambini. Se uno va a prendere il curriculum si nota come ogni partita butti fuori uno o due giocatori, con un minimo di 5-6 ammonizioni. Sembra che lo mandino su campi infuocati, ma non è così: vuole fare il protagonista. Cambiano le squadre, cambiano i protagonisti ma gli errori son sempre quelli. E’ stato il Maradona della gara. Gli do 10 come voto, perché un arbitro che combina una cosa del genere è un fenomeno. Ha indirizzato la partita in un certo modo perché il protagonista, in quel momento, era il Messina. E invece voleva essere lui. Alla mezz’ora del primo tempo avevamo già avuto cinque-sei palle gol, poi gli è scattato qualcosa in testa e avrà pensato: “io non conto niente, ora ci penso io”. Per me è avvenuta una cosa del genere”.
Ci spiega nel dettaglio quanto accaduto?
“Il suo è stato un piano diabolico. Il lancio di accendino? Non tanti, uno solo. E’ come trovare un ago in un pagliaio. A fine gara gli abbiamo chiesto se avesse bisogno di un passaggio. Ci ha risposto di no, che si sarebbe fatto accompagnare dai carabinieri. E poi nel referto scrive che la società non gli ha dato assistenza. L’acqua fredda? Anche noi e il Melfi abbiam dovuto fare la doccia dopo venti minuti di attesa per un problema alle tubazioni. Se chiedono alla squadra lucana scopriranno che è questa la verità. Tifosi in campo? Non è vero, ci sono le immagini che parlano chiaro. E’ una stupidaggine. I cori nei suoi confronti? Non potevamo chiedere ai tifosi di rimanere in silenzio assistendo a uno spettacolo del genere. Nessuno di loro è sceso nel sottopassaggio, nesuno è entrato in campo per minacciarlo. In tutti gli stadi ci sono cori molto pesanti e a Messina, perché l’arbitro sta facendo un manicomio, bisogna starsi in silenzio? Pagheremo, ci mancherebbe ma il direttore di gara ha accentuato tutto perché ha capito di aver fatto una frittata”.
In realtà non è la prima volta che lei viene fermato dal giudice sportivo…
“Ho subito diverse squalifiche ma non ho mai né aggredito né ammazzato nessuno. A lui ho semplicemente detto che gli stava sfuggendo la partita dalle mani, che aveva perso la testa e stava facendo incattivire il match. Se uno non può nemmeno dire una cosa del genere ce ne andiamo a teatro. Quattro e mesi e mezzo sono una cosa oscena, come se gli avessi tirato un pugno. E invece sono uscito senza creare problemi”.
Sulle squalifiche individuali cosa pensa?
“Se un capitano (Ignoffo, espulso a fine gara per somma di ammonizioni NdR) si avvicina con le mani dietro la schiena per parlare e tu metti mano al taschino con il giocatore ancora a distanza, mi fa riflettere. Non voglio pensare che sapesse di trovarsi di fronte a un giocatore diffidato, non voglio mettere in mezzo la malafede, altrimenti dovremmo andarcene tutti a casa. Ma allora significa che non ci stava capendo più nulla. Domenica a caldo mi ero permesso di dire che era incappato in una giornata storta. E mi sbagliavo, perché ha perseverato. Simonetti si è beccato due giornate di squalifica perché in un’entrata ha preso sia la palla che la gamba. Un arbitro intelligente, vedendo che la partita non è cattiva, lo ammonisce. E invece ha voluto fare il protagonista. Corona è stato ammonito in maniera dubbia, poteva anche risparmiarsi quel giallo. E’ vero, è caduto a terra, ma non ha protestato. Poco prima aveva subìto un’entrataccia e gli era stato fischiato fallo contro. Gherardi, infine, è stato ammonito giustamente per un brutto fallo. Peccato però che cinque minuti dopo quello stesso intervento lo hanno fatto a lui ma l’arbitro ha lasciato correre”.
fonte: tuttolegapro