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14 Giugno 2025
Blog Il mio calcio libero

Da Cosenza al miracolo di Goteborg

Aberdeen 1983
DI RUGGIERO ALBOREA – Ciao a tutti, eccomi di nuovo qui per il secondo appuntamento “A spasso nel tempo”! Il Foggia ha ottenuto un prezioso punto in quel di Cosenza: prezioso perché ottenuto in trasferta, contro i primi in classifica, in rimonta e in inferiorità numerica. Oggi vi racconterò di un altro pareggio, un 1-1 lontano 30 anni in una finale di coppa. Anche in questo caso abbiamo errori difensivi e un calcio di rigore, oltre a tanti altri elementi che contribuiscono a rendere questo match davvero emozionante.

Innanzitutto è la finale di Coppa delle Coppe del 1983 e vede affrontarsi 2 squadre molto diverse tra loro: da una parte il Real Madrid, campione della Coppa del Re nella stagione precedente e già vincitore di 6 Coppe dei Campioni, dall’altra gli scozzesi dell’Aberdeen, alla prima finale continentale della propria storia. Poi gli allenatori: da una parte uno sconosciuto allenatore scozzese, dall’altra la leggenda mondiale, oltre che madrilena, Alfredo Di Stefano, 2 volte Pallone d’Oro, da calciatore, nel 1957 e nel 1959. Lo scenario è costituito dallo Stadio Ullevi di Goteborg, in Svezia, in una serata piovosa e fredda, fin troppo per essere l’11 maggio.

L’Aberdeen ha eliminato nei primi turni Sion, Dinamo Tirana e Lech Poznan, prima di compiere l’impresa nei quarti di finale contro il Bayern Monaco con una rimonta da 1-2 a 3-2 nella partita di ritorno in casa; in semifinale, poi, gli scozzesi hanno superato i belgi del Waterschei con un secco 5-2. Il Real, di contro, ha fatto fuori i rumeni del Baia Mare, gli ungheresi dell’Ujpest Dozsa, l’Inter e l’Austria Vienna. Agli ordini del signor Gianfranco Menegali le compagini entrano in campo davanti a circa 18.000 spettatori – per la maggior parte scozzesi – e il match ha inizio.

Il campo inzuppato d’acqua favorisce indubbiamente l’Aberdeen, creando serie difficoltà ai palleggiatori spagnoli. Subito Black coglie una traversa con un tiro al volo su cross di Strachan e al 7′ è proprio Black a portare in vantaggio gli scozzesi: su calcio d’angolo di Strachan, McLeish colpisce di testa; la palla sembra destinata a spegnersi sul fondo ma un maldestro tentativo di rinvio di Juan José consente al numero 10 scozzese di battere l’incolpevole portiere madrileno Agustin. Nemmeno il più ottimista tifoso dei Dons poteva aspettarsi un inizio del genere e in effetti il sogno dura poco: passano appena 6 minuti e uno sciagurato retropassaggio di McLeish diventa un assist per Santillana che viene messo giù, in area, dal portiere dell’Aberdeen Leighton; Juanito spiazza il portiere dal dischetto e ristabilisce la parità: 1-1.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare, è l’Aberdeen a fare la partita e ad andare più volte vicino al vantaggio: nella ripresa, infatti, sono Strachan, Black e Cooper a sfiorare la marcatura, mentre il campo diventa sempre più pesante e la stanchezza comincia a farsi sentire. Ok, il punteggio finale rimane inchiodato sull’1-1, come Foggia-Cosenza, ma qui c’è una coppa da assegnare e quindi ci sono i tempi supplementari! Il minuto chiave è ancora una volta il 7′, questa volta del secondo tempo supplementare. Peter Weir lancia Marc McGhee sulla fascia sinistra, quest’ultimo arriva fin quasi sul fondo e crossa in mezzo dove ad attendere il pallone c’è…
John Hewitt è un ragazzo di appena 20 anni, nato proprio ad Aberdeen e cresciuto nelle giovanili della sua squadra del cuore. Nei quarti ha realizzato lo storico gol del 3-2 al Bayern e ora, in finale, è partito accomodandosi in panchina. Quando all’87’ sostituisce Eric Black, l’autore della prima marcatura, non ancora può immaginare quello che succederà.

Settimo minuto del secondo tempo supplementare, centododicesimo di una partita infinita, cross di McGhee e in mezzo ad attendere il pallone c’è John Hewitt che schiaccia di testa in rete e porta in vantaggio l’Aberdeen! A nulla serviranno gli assalti finali del Real, la difesa dei Dons regge e l’Aberdeen conquista la Coppa delle Coppe, prima (ed unica) squadra scozzese non di Glasgow a conquistare un alloro continentale. La squadra sfavorita è riuscita a realizzare l’impresa: superare il leggendario Real Madrid e portare sul Mare del Nord l’ambito trofeo.

Anche per Alfredo Di Stefano è una cocente sconfitta: quella contro l’Aberdeen rimarrà l’unica finale europea, da allenatore, disputata con il “suo” Real Madrid. Di fronte, ma questo non poteva ancora saperlo, aveva un uomo che negli anni seguenti conquisterà altri 45 trofei, tra cui 13 Premier League e 2 Champions League. Già, perché lo sconosciuto allenatore scozzese, che nella fredda e piovosa notte di Goteborg aveva sconfitto il grande Real, era Alexander Chapman Ferguson, per tutti, oggi, Sir Alex!

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