DI GIANNI PIRAZZINI – Ben ritrovati tifosi del Foggia, vi scrivo a poche ore del pareggio contro l’Ischia e a un tiro di schioppo dalla sfida alla capolista Cosenza. Di argomenti da trattare ce ne sono davvero tanti, quindi andiamo per ordine.
ISCHIA – Partiamo da domenica scorsa. Il Foggia ha rimediato un punto importante per muovere la classifica. E’ stata una partita dai due volti con il primo tempo giocato su ottimi livelli. Nel secondo, invece, è sopraggiunto il calo mentale e fisico. L’ischia è uscito fuori alla distanza e ha ottenuto il giusto pareggio. Anche io, come voi, vorrei rivedere meglio il gol annullato a Giglio, un’azione molto bella tra l’altro, ma certe partite sono così, se non le chiudi vanno a finire male. Non dimentichiamoci che l’Ischia è stato costruito per vincere il campionato e la classifica al momento non rispecchia la sua forza. Forse il Foggia poteva distribuire meglio le forze nell’arco della partita. Ma adesso è tardi. E’ andata così ed è già tempo di pensare alla prossima sfida di Cosenza.
NOBILTA’ – Venerdì si affronteranno due nobili decadute. I rossoblù dispongono di un tifo notevole e venerdì ci sarà il pubblico delle grandi occasioni. Servirà grande concentrazione ma soprattutto una giusta tensione. Spero che la pressione non sia cominciata già da inizio settimana. La pressione deve arrivare il penultimo giorno, altrimenti si arriva scarichi all’appuntamento. Penso che non vedremo un Foggia all’arrembaggio come quello del primo tempo di domenica contro l’Ischia. Serve una versione un po’ più difensiva. Abbiamo degli uomini veloci come Cavallaro che in contropiede possono mettere in difficoltà gli avversari. Gli uomini ci sono e vanno sfruttati. Cavallaro è un calciatore fondamentale. Perdere lui significa perdere il 50% del potenziale offensivo, anche perché Zizzari e Giglio hanno caratteristiche simili. Non è facile sostituirlo, anzi, in panchina non c’è nessuno in grado di farlo.
MICHELOTTI – Nella mia carriera a Cosenza ho giocato sempre partite difficili, con tanto agonismo. In serie B puntavamo entrambe a vincere il campionato. Però c’è un ricordo che mi lega a quella provincia. Nel campionato 1979-1980 esordii in serie C con la maglia del Foggia sul piccolo campo del Rende, a due passi da Cosenza. Entrando in campo mi sembrava di prepararmi a un allenamento. Era poco più di in un campo di parrocchia, recintato da dei muri bassi, con una piccola tribunetta e niente più. Pensai: “Mamma mia, sono passato da San Siro a Rende”. L’ultima l’avevo giocata in casa contro il Cagliari. Era la partita in cui rimediai una lunga squalifica per le proteste verso l’arbitro Michelotti. Le immagini dell’episodio finirono anche nella sigla della pagina sportiva della Rai. Tutto nacque da un rigore non dato per fallo di Longobucco (il terzino sardo) su Salvioni. Il guardialinee indicò il rigore, Michelotti non fu d’accordo. Scattò d’istinto la reazione. Con Michelotti c’era un buon rapporto e lui fu bravo ad aspettare, perché tirò fuori per prima il giallo ma probabilmente, per tutto ciò che gli dissi, avrebbe dovuto cacciarmi su due piedi. Il rosso arrivò comunque qualche secondo più tardi, dopo altre proteste e uno strattone al braccio che fece compiere una piroetta alla giacchetta nera. Ci rivedremmo dopo 4 giorni a Cesena per il premio “Guerin d’oro”. Lui mi disse : “da te non me la sarei mai aspettata una cosa del genere”. Anche per lui non fu una situazione facile, si impressionò perché la gente stava entrando in campo scavalcando la recinzione della curva. Ma basta con i ricordi. Incombe questo Cosenza – Foggia. Una partita difficile ma proprio per questo bella. Come dico sempre… l’avversario è forte, ma noi siamo il Foggia e non dobbiamo dimenticarlo mai.
Il vostro Capitano Gianni Pirazzini