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Al di là di alcune sofferenze -in qualche modo preventivabili- patite dal Foggia nei primi 180’, mi allontano dai temi che caratterizzano la delicata vigilia del match con la Vigor Lamezia: questo sito ne tratta già ampiamente e soddisfa… tutti i gusti ! Credo che esista tutto il tempo necessario per correggere quanto non va, crescere sotto tutti i profili, attestarsi in una posizione di classifica utile, lavorando con sufficiente serenità per non disperdere i frutti di tanti sforzi che hanno condotto all’agognato ripescaggio in Lega Pro. Questi, almeno, sono gli auspici che mi sento di esternare.
Uno degli aspetti che negli ultimi giorni ha catturato la mia attenzione è l’approssimarsi del ritorno in campo di Antonio Narciso, il quale ha rotto il silenzio sul finire della squalifica di 15 mesi per il calcio scommesse. Le mie sono soltanto riflessioni, messe su carta virtuale. E precedute da una puntualizzazione doverosa: non sono un sacerdote e non faccio la morale, non sono un magistrato e non giudico sull’osservanza del diritto e, soprattutto, non sono proprio nessuno per consentirmi di esprimere giudizi su altri uomini… Ma sono un giornalista e qualche osservazione debbo pure porla.
Ho riflettuto tanto sulle dichiarazioni di Narciso. O meglio, alcune dichiarazioni di Narciso hanno innescato tante riflessioni da parte mia. Beh, innanzi tutto il riferimento del portiere di Trani alla volontà di voltare pagina. “Oggi, la mia vita è la piccola Rebecca di otto mesi che, insieme a mia moglie Valentina, mi da la forza per andare avanti e ricominciare -ha dichiarato il giocatore-. La nascita di mia figlia è la cosa più bella che potesse accadermi in questo lungo periodo. Allo stesso modo, sono riuscito a prendere tutto il positivo possibile in una situazione del genere. Ad esempio, frequentando delle comunità che non conoscevo. Ringrazio due persone: Raffaele Nuzzo, l’ex portiere dell’Inter che mi ha aperto tutti i giorni la sua scuola calcio e mi ha fatto stare a contatto con i bambini; e Michele, un amico da parte di mia moglie, che non c’entra niente col calcio ma con cui è straordinario parlare di tutt’altro”.
C’è poco da commentare o da condividere rispetto alle frasi di Narciso. E mi riferisco al miracolo di una nuova vita che ha baciato la sua esistenza, cambiandola. L’ho provato anch’io. Ed è davvero qualcosa di miracoloso, di sovrumano: perché va oltre la finitezza che caratterizza gli uomini. Che crediate nel Signore o vi affidiate alla scienza oppure ad entrambi o ad altro ancora, diventare genitori (naturali o adottivi) è qualcosa che non ha eguali nell’esistenza. E che contiene un altro miracolo: dona una vita nuova anche a una mamma e a un papà. E’ un evento straordinario pure questo, impossibile da spiegare nella sua essenza, ma profondamente più grande di qualsiasi altra vicenda; anche rispetto a quelle professionali e giudiziarie. Per questo, comprendo Narciso e capisco cosa significa per lui “aver voltato pagina” prima da uomo e poi da calciatore professionista. In questo senso, il suo nuovo percorso che sta per partire da Foggia andrebbe salutato col massimo del favore e dell’umana comprensione. Al netto, tra l’altro, del valore e dell’esperienza oggettivamente dimostrata e accumulata nell’arco di tante stagioni sui campi delle categorie professionistiche.
Comprendo meno, rispetto alle inevitabili domande dei cronisti sulla vicenda di cronaca che l’ha riguardato, il riferimento al fatto che il “passato è passato”. Non è proprio così, anzi non è ancora così. Siamo ben lontani dal “diritto all’oblio” più volte ribadito dalla Cassazione; e risparmio -per carità- ogni dissertazione sui principi di proporzionalità, pertinenza e non eccedenza che presiedono al riferimento dei dati personali e al delicato confronto tra diritto all’informazione (ex art. 21 Cost.) e diritto alla riservatezza, ecc. ecc… No, la questione è molto più diretta. Narciso è stato coinvolto nel calcio scommesse e alla fine ha patteggiato la pena. Come altri. I dettagli relativi alla sua vicenda e la sentenza sono contenuti nel comunicato ufficiale n. 101/CDN (stagione 2011/2012) della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Non sto nella testa dei tifosi di Albinoleffe, Modena e Grosseto. Non so cosa abbiano detto e pensato, vedendo il loro ex portiere coinvolto a vario titolo (e non solo per omessa denuncia, in un caso e mezzo, secondo quanto sostenuto dalla Procura federale) in tentativi avviati da terzi di alterare i risultati in occasione di quattro partite. Non credo che l’abbiano presa bene. Ma se è vero che -innocente o colpevole- Narciso ha patteggiato e ha pagato, forse costoro meritavano di ascoltare qualche dichiarazione al riguardo, da parte del loro ex beniamino. Bisogna voltare pagina. Ed è giusto: per Narciso e per il Foggia, accomunati dal destino e dalla reciproca voglia di rilanciarsi. Ma certe cose non sono neanche accadute due secoli fa: non è neanche possibile cancellare tutto con un colpo di spugna. Serve tempo… Per fortuna, c’è ancora tanta gente (forse, però, meno di prima) che frequenta stadi e palazzetti, mossa dalla fiducia di vedere avvenimenti sportivi non truccati.
Roberto Pellegrini
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