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Finisce 2 a 0 per i padroni di casa. L’allenatore mette sotto accusa la mancata grinta: «Incommentabile»
Tutti i problemi di un’estate trascorsa alla rincorsa del professionismo, hanno presentato il loro salato conto al Foggia, nel delicato match contro il Teramo. Finisce 2-0 per gli abruzzesi. Una sconfitta senza appello, netta, sotto il profilo del gioco, della pericolosità sotto porta e della solidità difensiva. Il Foggia di oggi è ancora avviluppato tra le spire dei ritardi nell’allestimento della rosa, con una condizione non uniforme (in certi casi scarsa) e un grado di conoscenza reciproca del gruppo ancora minimale. Il cocktail diventa esplosivo se si aggiungono gli indisponibili. Quinto, D’Allocco, Sciannamè, Narciso, Richella e Mantovani saranno a disposizione del tecnico solo da domani, alla ripresa degli allenamenti. Due come Quinto e D’Allocco sarebbero serviti non poco per un centrocampo apparso tanto leggero in interdizione, quanto vulnerabile sulle fasce. I pericoli del Teramo viaggiano sui binari delle corsie laterali, con il brasiliano Dimas e il terzino Scipioni a fare da guastatori. Micale per tutto il primo tempo è chiamato agli straordinari, respingendo con prontezza ed un pizzico di fortuna i dardi scagliati dagli avanti del Teramo. Ma quando in chiusura di frazione i rossoneri inannellano una serie incommentabile di errori anche lui si arrende.
La palla si infila proprio tra palo e portiere. È il brasiliano Dimas a capitalizzare un assist involontario di Agostinone e il movimento fuori sincro della difesa. A poco serve la reazione del secondo tempo, tutta in un bolide dell’indomito Agnelli e nel tiro cross di Cavallaro, alzato sulla traversa dal portiere. Al 65′ i teramani rimangono in 10, per l’espulsione di Lulli (doppia ammonizione), ma il Foggia non punge. Anzi, viene punto. All’ 80′, con la difesa schierata, nessuno marca Scipioni, abile a raccogliere un calcio di punizione battuto corto e a infilare Micale con il piatto destro. Nel finale il Foggia ha un gruizzo di orgoglio. Colpisce la traversa con un’incornata di Filosa e manca la deviazione vincente sotto porta con Zizzari (all’esordio) e Giglio. Troppo poco per aver ragione di un Teramo apparso più quadrato e pronto al campionato di seconda divisione. Almeno per il momento.
SPOGLIATOIO – A fine gara il tecnico Pasquale Padalino punta il dito contro il primo tempo giocato dai suoi. «È stato a dir poco incommentabile. Non eravamo noi. Nella ripresa abbiamo mutato il nostro atteggiamento ma non è servito a niente. Abbiamo preso il gol del raddoppio su palla inattiva a difesa schierata».
fonte: Domenico Carella – corriere del mezzogiorno