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6 Dicembre 2024
Blog Domenicalmente Foggia Calcio

Cavallaro e Venitucci, un passo avanti!

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Il rischio è quello di apparire demodé, o completamente decontestualizzati nello spazio e nel tempo, ma l’analisi del post Teramo – Foggia è molto simile a quella che si avviluppava attorno ai “numeri dieci” di inizio anni ’90. Baggio, Signori, Zola e tanti altri. Un periodo in cui, si diceva, fossero difficile collocazione tattica. Un antipatico fardello di scetticismo per chi, dotato di grande tecnica e fantasia, non riusciva ad essere ingabbiato in schemi o posizioni predefinite. Nel loro piccolo è la storia di Cavallaro e Venitucci, due numeri dieci (diversi per caratteristiche) ma accomunati dalle difficoltà di collocazione negli scacchieri tattici. Sia chiaro, ben vengano calciatori con il loro talento, anche più di uno in una squadra. In fondo il calcio si gioca con un attrezzo chiamato pallone, non sulla velocità nei 100 metri piani. Cavallaro e Venitucci, però, hanno iniziato la stagione in posizioni che probabilmente non hanno consentito di sviluppare al meglio le loro caratteristiche. O meglio, in posizioni che ne hanno acuito i difetti. La loro abnegazione e il loro sacrificio in un momento di emergenza del gruppo è lodevole, ma questa settimana, con il rientro di Quinto e D’Allocco (perlomeno in panchina), potranno tornare a vestire i loro amati panni. Quelli di “arme letali”, di grilletti pronti a scattare negli ultimi venti metri, senza particolari compiti di copertura. Si tratta di fare un passo avanti, fisicamente, magari una decina di metri più in la, come visto in quegli accenni di attacco a tre comparsi in questa settimana di lavoro. Venitucci abbandonerebbe il ruolo di play, spostandosi qualche metro più avanti, in coppia con Agnelli, a fungere da incursore di centrocampo; Cavallaro cederebbe il presidio della corsia sinistra a Licata (sicuramente più arcigno in difesa) dedicandosi completamente alla fase offensiva. Sono solamente prove, per adesso, niente di più. Tampoco avremo immediatamente la riprova della bontà di queste innovazioni, se non con il senno di poi. Dotare Cavallaro e Venitucci di maggiori armi per colpire le difese avversarie, però, suona già come un buon inizio. Poi bisognerà fare i conti con gli equilibri di squadra, con la coesione tra i reparti, ma quelli non si inventano. Si cercano sul campo, allenamento dopo allenamento.

 

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