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Chi ben comincia è a metà dell’opera, bisogna partire col piede giusto, il buongiorno si vede dal mattino, come ogni anno, questi ed altri luoghi comuni saranno il tormentone delle ore di vigilia del campionato. Spesso però i proverbi non sbagliano e la prima giornata dà una valida indicazione della stagione intera. La scorsa settimana abbiamo rievocato tutti gli esordi in serie A, ora in due puntate cercheremo di ricordare tutti gli esordi casalinghi del FOGGIA dagli anni 60 ad oggi e scopriremo quante volte il risultato dell’incipit sarà stato lo specchio di tutto il campionato. A cominciare da un 3-0 alla malcapitata Reggina del 1961 in serie C: a fine stagione il FOGGIA di Pugliese fu promosso in B, lì dove l’anno successivo la neopromossa compagine rossonera non andò oltre un pareggio per 2-2 contro il Lecco allo Zaccheria. La domenica dopo la sconfitta di Padova per 4-2 costò il posto per sempre al portiere Notarnicola, con Pugliese che urlava: ho tolto la mela marcia…..
Molto meglio andò l’anno successivo: 1-0 al Cosenza, primi due punti di quei 46 che portarono per la prima volta il FOGGIA in serie A. Era il campionato 1963/64. Tornati in B nel 1967, non riuscimmo a battere il Catanzaro. Reti bianche con i calabresi. Non era facile giocare con Zardo al posto di Majoli e senza il cannoniere Traspedini. Ma perchè non giocarono? Non si erano messi d’accordo sul reingaggio, così come Micheli che la domenica dopo segnò a Reggio di Calabria dove il FOGGIA chiuse il primo tempo in vantaggio per 2-1 e dove la Reggina di Maestrelli rimontò portandosi sul 3-2. Quell’anno il FOGGIA avrebbe perso la A per un punto (Palermo 52, Pisa e Verona 48, FOGGIA e Bari 47) sicuramente le prime due giornate avrebbero pesato in negativo, ma proprio a Reggio di Calabria il FOGGIA si innamorò di Tommaso Maestrelli che avrebbe dato in cambio di tanto amore un terzo posto in Coppa Italia nel 69, una meravigliosa promozione in A nel 70 ed un’ingiusta ed assurda retrocessione per differenza reti nel 71. Non fu felice neppure l’esordio del 1968, ancora uno 0-0 contro la Reggiana, un pareggio deludente, perchè proprio come quest’anno il FOGGIA era reduce da un girone di Coppa Italia vinto contro il Pisa per 2-0, contro il Bari per 3-1 e con un pareggio per 0-0 nientemeno che a Firenze contro la Fiorentina futura campione d’Italia nel 69. Fu l’inizio di una fantastica cavalcata in Coppa con i quarti di finale dove il Napoli perse all’andata ed al ritorno (doppietta di Nuti a Fuorigrotta), terminata in finale contro la Roma che si aggiudicò il trofeo. L’anno successivo 1969 una grande vittoria contro la blasonata Atalanta dette la stura ad una stagione che avrebbe visto il FOGGIA promosso in A a 48 punti col Catania e solo un punto sotto il Varese di Liedholm e Bettega. Contro gli orobici segnò Bigon, ma gli spettatori videro per la prima volta un grande centrattacco all’opera: Renato Mola, mentre prima della mitica voce di Pertosa gli altoparlanti avevano diffuso la voce di Jhonny Holiday che con la sua “Quanto t’amo” era in testa
alla classifica radiofonica del maestro Lelio Luttazzi. Vinse anche il FOGGIA di Puricelli nel 71: addirittura 3-0 al Sorrento, ma si trattò di “frùsce de scòpa nòva”, infatti il FOGGIA si classificò ottavo. Poi per un nuovo esordio casalingo in B bisognerà volare al 1980. FOGGIA-Varese 4-1! Di fronte due neopromosse, il FOGGIA di Puricelli dal girone B ed il Varese di Fascetti dal girone A della precedente C/1. Ebbero nettamente la meglio i rossoneri quel giorno in maglia bianca con le doppiette di Tivelli e Sciannimanico. Quella gara passò alla storia anche perchè fu autorizzata un’emittente cittadina a diffondere la diretta televisiva, in quanto le curve erano in costruzione col cemento armato al posto dei tubi innocenti, mentre gremitissime risultarono tribuna e gradinata piene zeppe in ogni ordine di posti. Il FOGGIA si salvò a Vicenza alla terzultima chiudendo a 36 punti. Nel 1982 sconfitta casalinga per 1-0 col Catania con la coppia Puricelli-Tagliavini in panchina. Dopo cinque giornate e tre soli punti arrivò Veneranda a salvare il FOGGIA in extremis all’ultima giornata e per classifica avulsa in barba al Rimini. Peggio si fece
l’anno dopo con la retrocessione in C/1. Esordio a reti bianche contro la Cavese con Lamberto Leonardi uno dei peggiori allenatori di sempre a lamentarsi delle condizioni del terreno di giuoco, anzichè fare mea culpa per non aver dato un giuoco alla squadra preferendo Barrella a Petruzzelli. Da uno dei peggiori allenatori ad uno dei migliori Zeman, anno 1986, sconfitto in casa dal Sorrento per 1-0 su palla inattiva e con la squadra messa su solo nella settimana precedente. Chiudiamo la prima puntata con un altro scialbo e deludente 0-0 casalingo del FOGGIA di Caramanno edizione 88/89 contro il Catania. Nonostante la falsa partenza col freno a mano tirato e la sconfitta di Frosinone alla seconda di campionato, sarà la vittoria di Casarano con rete di Nuccio Barone a far partire il FOGGIA verso il ritorno in cadetteria.
1-continua Peppino Baldassarre (ha collaborato Donatella Suarez)