Trecentosessantaquattro giorni, tanti problemi e una buona dose di veleno, di quelle che non ammazzano perché tanto, a piccoli sorsi, l’organismo dei tifosi si è abituato. Tanto è durata la lontananza del Foggia Calcio dal professionismo. Da quel 6 agosto 2012, giorno dell’affannosa iscrizione in Serie D, a questo atteso 5 Agosto 2013. Di acqua sotto i ponti ne è passata a iosa. Tanto quanto basta per trascinare tutto con sé, farne una poltiglia e farla scivolare via. La storia di un club glorioso, novantatré anni di vita e l’amore dei tifosi, a dire il vero mai del tutto sopito. Oggi, probabilmente a ora di pranzo, il Consiglio Federale dovrebbe riammettere il Foggia in Lega Pro. Si, ripescato! E non dev’essere un’onta, soprattutto se si proviene da una doppia retrocessione sancita dai conti dei commercialisti e non dal pallone che rotola sull’erba. Non si può storcere il naso se questa pratica per tanti altri club ha rappresentato una piacevole consuetudine. Una sorta di autostop in carrozza verso la Serie B. Piuttosto bisogna guardare con occhio attento e preciso ai possibili scenari. Senza possibilità di salvezza nella prossima stagione, il Foggia potrà solo essere promosso in prima divisione o retrocedere. Vien da sé che bisognerà cercare di capitalizzare al massimo l’esborso di denaro, ingente, sostenuto dai Lo Campo. Senza spese folli, ok, ma di sicuro si dovrà sbagliare il meno possibile, diminuire ogni singolo margine di errore. Aumentare il tasso tecnico e di esperienza della squadra. Affidarsi a gente esperta (e di provata fiducia) e non sbagliare la scelta dei giovani per osservare le regole dei minutaggi-under. Importanti, ma non perentorie come in Lega Pro. Quindi occhio a chi, come il Venezia l’anno scorso, ha rinunciato ai proventi per l’utilizzo dei giovani per avere più chance di promozione. Serviranno conti in ordine e zero debiti, per evitare di ripetere scene già viste a quelle latitudini. Sarà fondamentale mantenere alto l’entusiasmo e il legame che questa squadra ha con la tifoseria. In fondo, questo pomeriggio, si ripartirà dal boato della gente allo Zaccheria, il cui eco non deve andare disperso. Ora tutti in ginocchio, in attesa di un ok che farà scattare in piedi all’urlo di “…Questa curva lo sai…canta solo per te…”.
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