Ciao a tutti… Eccomi a rispondere all’invito dell’amico Domenico, a cui auguro di andare sempre avanti alla ricerca di spazi professionali stimolanti e di crescita che peraltro merita, entro cornici lavorative dignitose e al riparo da sfruttamenti tipici di questa città, che troppo spesso confonde l’attività giornalistica -in particolare nel settore sportivo- con dopolavoro, marchette, tele… (e non solo) vendite o qualcosa da fare in aggiunta alla pensione… Invece, è un lavoro che risponde a norme, codici comportamentali e responsabilità. E qui mi fermo. Insomma, caro Domenico, “vùtt…vù!”.
Per come lo concepisco, “A Pelle…” cercherà di essere un momento di ritrovo e di confronto a trecentosessanta gradi relativo al pianeta Foggia e, magari, ad altri argomenti sportivi. Premessa doverosa. Qui non troverete alcuna Verità rivelata o assoluta, ché non appartiene alla faccia di questa terra. Semmai, spunti qui e là, tracce verosimili di pensiero e di approfondimento, oltre la cronaca dettata dalla settimana, utili a scambiarci opinioni e a riflettere. Magari, anche a sorridere.
Di argomenti ce ne sono a iosa. Il primo di tutti è l’imminente ritorno del Foggia in Lega Pro. Bravi tutti e complimenti a quelli che, a vario titolo, hanno propiziato il risultato finale: così viene ripagato il coraggio di un anno fa e la rinascita dalle ceneri del flop targato Us Foggia. Al di là di tutti i suoi guai, la città non meritava di restare tra i dilettanti: per storia, per cultura sportiva e per passione. Certo, sullo sfondo restano questioni pendenti, destinate a trovare risposte fisiologiche quando i tempi saranno maturi. Ad esempio alcune recenti esternazioni del socio Franco Lo Campo (nuovo segnale: ricordate il bubbone esploso in occasione della conferma del tecnico Padalino?) aprono a futuri assetti, incarichi ed equilibri, più o meno in proporzione all’impegno dei singoli gruppi e al netto di fideiussioni e tarocchi. Faccende private ? Fino a un certo punto: quando si chiede all’opinione pubblica partecipazione e portafoglio com’è accaduto con i 103.000 elargiti da tanti sostenitori e qualche azienda, trattandosi di un “bene” collettivo e non di un’impresa privata (al di là della formula giuridica), una certa dose di trasparenza dovrebbe costituire il tratto distintivo della gestione. Del resto la vita di un club calcistico, specie quando si costituisce come società di capitali, è guidata da dinamiche legate ai flussi finanziari: come dire, chi ha più polvere…spari!
Poi, però, ci sono anche i sentimenti di una compagine radunata in poche ore dall’emergenza, il famoso prestito del presidente Pelusi, l’attivismo del vecchio gruppo Amodeo-Masi (ora rappresentato dal consigliere Massaro), invero alquanto defilatosi nella fase decisiva della missione ripescaggio, e, infine, le voci di apporti di altri imprenditori che avrebbero partecipato alle fideiussioni. Ci sono margini per nuovi ingressi o magari per unasorta di azionariato? Si vedrà. Di sicuro, ora che inizierà a navigare in mare aperto, il Foggia Calcio srl dovrà cercarsi una rotta stabile. Nelle categorie “prof” le bufere rischiano di mettere in ginocchio persino i nocchieri più esperti. La storia recente insegnerà pur qualcosa. Roberto Pellegrini